Il sentiero stretto della manovra: quale futuro per l’Italia?

Andrea Muratore

Lo strappo leghista sul governo Conte non modifica, e anzi complica, il sentiero stretto che porta alla realizzazione della manovra finanziaria, finita immediatamente sub judice di fronte all’incognita rappresentata dal possibile ritorno alle urne dell’Italia e da una possibile alternanza a Palazzo Chigi.

Allo stato attuale delle cose, infatti, il governo Conte in via era intento nel percorso di definizione dei contenuti e dei limiti della prossima legge di stabilità, a partire dagli obiettivi stabiliti nel Documento di economia e finanza (Def) del giugno scorso. I prossimi passaggi obbligati che Palazzo Chigi, indipendentemente da chi sarà il suo inquilino, dovrà affrontare coincideranno con lo svolgimento di un’eventuale campagna elettorale e con la fase post-elettorale di negoziazione istituzionale. Elezioni o non elezioni, infatti, il governo deve presentare entro il 27 settembre la nota di aggiornamento del Def (Nadef), proiezione dei suoi piani per il triennio successivo contenente le linee guida per il programma di bilancio dell’esercizio successivo. Il 20 ottobre è invece il termine ultimo per la presentazione al Parlamento della Legge di Bilancio propriamente detta, che deve essere approvata entro il 31 dicembre per evitare che il Paese scivoli nell’esercizio provvisorio.

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