Il problema sono i (non) fatti non gli insulti
Ogni giorno ha la sua pena e la sua polemica. La pena è che la riforma della giustizia non vedrà la luce, la polemica è sulle parole che Salvini ha pronunciato dal suo ritiro di Milano Marittima.
![](http://www.ilgiornale.it/sites/default/files/styles/large/public/foto/2019/07/23/1563890373-lp-10029389.jpg)
A scuotere i benpensanti sono il termine «zingaraccia» usato dal vicepremier per definire una rom che si era augurata la sua morte («speriamo in un proiettile») e l’espressione «mi sono rotto le palle» pronunciata nei confronti dell’ennesima Ong che vorrebbe scaricarci in casa l’ennesimo carico di immigrati raccattati appositamente in mare.
Diciamo subito che in entrambi i casi la sostanza delle parole di Salvini è assolutamente condivisibile. Chi non manderebbe a quel paese una che spera nella tua morte e chi non perderebbe le staffe a essere quotidianamente preso per i fondelli da provocatori politici quali sono i taxisti del mare.
Pages: 1 2