Sblocca cantieri e Salva-Roma. Tregua armata con baratto

Laura Cesaretti

La telefonata tra Salvini e Di Maio? «Lunga e cordiale». Il clima nella maggioranza? Ovviamente «molto positivo», il che permette il raggiungimento di una «intesa soddisfacente».

Quale, nessuno ancora lo sa. Ma poco importa.

Il «governo del cambiamento», come si è auto-denominato, usa lo stesso linguaggio e le stesse liturgie della Prima Repubblica nei suoi momenti più paludosi, quelli in cui le correnti democristiane si accoltellavano alle spalle, conducendo nell’ombra furiose lotte di potere, ma in pubblico si scambiavano flautate dichiarazioni di amicizia. E alla fine sancivano l’intesa cedendo ognuno qualcosa all’altro: la Lega vuole lo Sblocca-cantieri, con più eccezioni possibile alle regole sugli appalti? I grillini chiedono in cambio il Salva-Roma che serve soprattutto a salvare la disastrata giunta Raggi. E sul piatto c’è anche un possibile rimpasto, qualche posto in più per tentare Salvini e convincerlo a restare.

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