Cina, i conti non tornano: le imprese sono in difficoltà

Federico Giuliani

Nubi oscure aleggiano sopra i cieli della Cina. Questa volta non c’entra l’inquinamento ma una situazione economica da tenere sotto controllo. Più di quanto Pechino voglia lasciare intendere. Certo, non ha ancora senso parlare di crisi, ma anche la narrazione di Xi Jinping è cambiata. Il presidente cinese ha fiutato l’aria pesante e ha richiamato i membri del Partito all’ordine. Vietato fare passi falsi a tutti i livelli istituzionali.

Gli ostacoli del Dragone

Perché la Cina si trova in questa condizione? No, non è tutta colpa della guerra dei dazi. Questa, semmai, è una causa che ha aggravato una crisi che ha radici ben più profonde e radicate nel tempo. Nel 2018 l’economia cinese ha dovuto fare i conti con il rallentamento della crescita economica che, come un effetto domino, si è abbattuta sulle imprese. Le insolvenze dei titolo obbligazionari societari sono quadruplicate (siamo circa a quota 16 miliardi di dollari). I fallimenti accertati dalla Corte suprema cinese, invece, sono stati 6646. Insomma, i problemi strutturali della Cina si stanno facendo sentire e per uscire dall’impasse potrebbero presto arrivare delle riforme. Ecco: se aggiungiamo gli strascichi delle tariffe imposte da Washington il quadro è completo. E per Pechino non può certo essere idilliaco.

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