Il Pd vuole imbarcare un violento No Tav. L’ira di Chiamparino

Laura Cesaretti

Roma – Salvini stoppa il referendum sulla Tav e si accapiglia con il presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino, che accusa: «Evidentemente l’opinione dei cittadini fa paura».

È stato lo stesso governatore Pd, ieri, a dare notizia della risposta negativa arrivata dal capo del Viminale alla consultazione che avrebbe potuto sbloccare l’impasse in cui il governo si è avvitato sulla Torino-Lione, nonostante la conferma, annunciata ieri, che la Ue è disposta a finanziare il 50% dell’opera: «Ho ricevuto la risposta del ministro Salvini, con la quale non si autorizza lo svolgimento della consultazione popolare sulla Tav prevista dallo statuto regionale, in contemporanea con le elezioni Europee», spiega Chiamparino, concludendo che «evidentemente non si vuole che i cittadini si pronuncino su un tema così importante». Di mezzo ci sono anche le elezioni regionali, e il sospetto è che Salvini abbia voluto evitare di concedere a Chiamparino, promotore del referendum e in prima fila nella battaglia Sì Tav, la bandiera del referendum in piena campagna elettorale.

Il governo continua a fare melina, incapace di prendere una decisione: ieri il premier Conte è tornato ad arrampicarsi sugli specchi, spiegando che secondo lui l’opera è «soggetta ad una revisione integrale», e che ora dovranno essere Toninelli e il suo omologo francese a «valutare insieme». Peccato che la valutazione francese sia più che nota, e che – come ha sottolineato Macron – è solo l’Italia a far «perdere tempo» per le sue beghe interne.

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