Da Nord a Sud, questi grafici mostrano le regioni con gli ospedali più efficienti

Confronto ICM e ICP. Anno 2017 – Dati Sdo 2017, ministero della Salute

Il quadrante inferiore destro del grafico raccoglie quelle strutture che si caratterizzano per una casistica ad alta complessità e una degenza più breve dello standard. In altre parole, sono quelle più efficienti e si tratta di Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Abruzzo. Al contrario, il quadrante superiore sinistro individua le strutture in cui la durata della degenza è più alta nonostante la complessità della casistica sia più bassa rispetto allo standard: una performance probabilmente dovuta a inefficienza organizzativa, sottolinea il rapporto. Qui si collocano le realtà di Valle D’Aosta, Bolzano, Trento, Veneto, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.

Le performance positive in alcune regioni dipendono molto dai servizi sanitari territoriali esistenti, che svolgono una funziona complementare a quella degli ospedali. “Il ricovero in ospedale dovrebbe riguardare i pazienti che manifestano forme acute di malattia. Se si parla di fatti cronici e ricorrenti, allora la risposta migliore per trattarli sono i servizi territoriali”, spiega a Business Insider Italia Giuseppe Zuccatelli, esperto sanitario di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Che precisa: “In questo secondo caso, quindi, le persone dovrebbero affidarsi al medico di famiglia, oppure usufruire di altri servizi locali come l’assistenza infermieristica domiciliare e il trattamento delle case della salute (strutture ospedaliere riconvertite dove la componente infermieristica prevale su quella medica)”.

Quando sul territorio mancano queste realtà, l’unico punto di riferimento per i pazienti diventa l’ospedale, che “finisce per occuparsi anche di queste cronicità con il trattamento della degenza”, sottolinea l’esperto. Da qui la necessità di migliorare gli altri servizi territoriali per assorbire questa domanda e rendere più veloce ed efficiente il lavoro nelle strutture ospedaliere.

Ministero della Salute – Imagoeconomica

Tornando al grafico, gli altri due quadranti mostrano invece i restanti casi a cui possono essere ricondotte le altre regioni. Il quadrante superiore destro mostra gli ospedali in cui la maggiore durata della degenza è “ragionevolmente imputabile alla maggiore complessità e non a inefficienza organizzativa”, si legge nel report: si tratta di Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise. E infine il quadrante inferiore sinistro rappresenta l’area in cui “la minore degenza media non è dovuta ad alta efficienza organizzativa ma a una casistica meno complessa”: qui si posizionano Puglia, Basilicata e Calabria.

Confronto Indice di Fuga vs Indice di Attrazione per Acuti in regime ordinario. Anno 2017 – Dati Sdo, ministero della Salute

Gli autori del rapporto mettono anche in luce la qualità (reale o percepita) dell’assistenza sanitaria erogata in ogni regione. Attraverso altri due indici, infatti, riescono a calcolare la capacità di attrazione di alcune regioni, determinata dalla presenza di centri di eccellenza per particolari patologie o, più in generale, per un’assistenza percepita come qualitativamente migliore. Come mostra il secondo grafico, a emergere sono le realtà della Lombardia, della Toscana e dell’Emilia Romagna, collocate nel quadrante superiore sinistro e caratterizzate da un alto tasso di attrazione, che misura la capacità di una regione di attirare pazienti da altri territori. All’estremo opposto si trova invece la Calabria, che presenta un alto indice di fuga, vale a dire c’è una forte propensione della popolazione ad allontanarsi dal territorio di residenza per usufruire delle prestazioni richieste.

BUSINESS INSIDER

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