Matteo Salvini è ovunque (ma poco al Viminale)

di Milena Gabanelli e Gian Antonio Stella

«Star seduti il meno possibile» e «non fidarsi dei pensieri che non sono nati all’aria aperta». Fedele ai moniti in «Ecce homo» di Friedrich Nietzsche, che di superuomini aveva scritto molto, Matteo Salvini va a sedersi nel suo ufficio di ministro degli Interni meno che può. Emerge studiando a tappeto le agenzie Ansa, i comunicati stampa, la cronaca pubblicata dai giornali locali, le apparizioni tv e gli interventi radio, il sito «Salvini premier», la sua pagina Facebook e i resoconti dei consigli dei ministri. Analizzando date e luoghi: sembra proprio che dal giorno del suo insediamento fino a fine febbraio 2019, sia stato presente al Viminale sì e no una decina di giorni al mese (a luglio e ottobre), calando fino a cinque in dicembre. Persino ad agosto, storicamente presidiato dal ministro dell’Interno non per un’antica tradizione rituale tipo la cerimonia della consegna del Ventaglio a Montecitorio, ma perché lo Stato vuole affermare la sua presenza sul territorio anche quando gli italiani sono in ferie, l’instancabile Matteo risulta essere stato sul ponte di comando non più di cinque giorni.

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