La linea a 5 stelle sui migranti alla prova dell’Europa
giovedì, Agosto 30th, 2018Il ministro della Difesa prende nel pomeriggio un aereo. Quando scende dalla scaletta mette piede sul territorio austriaco. È a Vienna, dove giovedì è attesa per un vertice informale dei ministri della Difesa. È a lei che il governo ha affidato la prima contromossa dopo il blackout sul caso Diciotti. Un’idea messa a punto dal ministro e dai suoi tecnici, che si articola in tre punti: il principio di rotazione dei porti di sbarco dei migranti soccorsi in mare; lo sganciamento del paese di approdo dal criterio geografico di vicinanza; una unità di coordinamento ad hoc con Frontex con rappresentanti di tutti i Paesi Ue, con sede a Catania.
È la filiera del Movimento 5 stelle a far propria la linea d’azione. Trenta sente continuamente Luigi Di Maio, che ha dato il suo benestare. E ha condiviso il progetto con il premier Giuseppe Conte, che ha sempre sostenuto la necessità di una redistribuzione a livello comunitario del carico di vite umane che arrivano sulla sponda sud del continente. L’ultima telefonata ieri in serata, con il disco verde: “Bene, procediamo in questa direzione”. In una triangolazione che vede su uno dei vertici il ministro degli Esteri Enzo Moavero, impegnato contemporaneamente in un analogo summit con i suoi omologhi europei, che si è fatto carico del piano per quanto gli compete.
Da tutti i ministeri interessati in queste ore filtra che Trenta sarà la negoziatrice di una proposta dell’intero governo italiano. Ma gli accenti sono i più disparati. Conte continua ad accreditare in tutti i modi la collegialità dei tre punti, dei quali l’intero Consiglio dei ministri si fa carico. E d’altronde appena ieri al primo ministro ceco Andrej Babis – esponente del gruppo di Visegrad, fiero sostenitore degli sbarchi zero – ribadiva la necessità di una corresponsabilità di tutta l’Unione nell’affrontare il problema migratorio, ricevendo sostanzialmente una porta in faccia. (altro…)