Pensione, come sarà la riforma: più flessibilità in uscita, ma la Fornero non sarà cancellata

di Diana Cavalcoli

l nodo pensioni

Dopo lo scoglio delle amministrative, Giorgia Meloni spinge sulle riforme. Nella giornata di martedì 30 maggio la premier ha incontrato le parti sociali per esaminare le ricette anti-inflazione ma anche per parlare di riforma delle pensioni oltre che di quella fiscale. Proprio sulla riforma previdenziale il confronto con i sindacati è serrato: proprio in queste ore Maurizio Landini, leader della Cgil, ha ribadito l’intenzione di avviare un percorso di mobilitazione italiana ed europea «per la lotta alla precarietà, l’aumento dei salari e delle pensioni». Ma come potrebbero cambiare le pensioni? E quale destino per la Legge Fornero e per il suo limite a 67 anni dell’età pensionabile?

La posizione della Corte dei conti

Qualche indizio arriva dal rapporto 2023 sul Coordinamento della finanza pubblica. Nel documento la Corte dei Conti sottolinea come la logica di fondo della legge Fornero non vada messa in discussione. I giudici fanno solo riferimento alla possibilità di «correggere con misure mirate alcuni punti di eccessiva rigidità della legge». Una soluzione potrebbe così essere il rafforzamento dell’Ape sociale, l’anticipo pensionistico, che dal 2017 ha interessato più di 93 mila persone. In questo scenario non troverebbe spazio Quota 41 fortemente voluta dalla Lega di Matteo Salvini e considerata costosa dai giudici, che sottolineano la necessità di uno stop alle varie Quote. Un superamento quindi di Quota 100, Quota 102 e Quota 103, che nel 2023 rappresenta la via d’uscita anticipata dal mondo del lavoro per ottenere la pensioni, anche se con varie limitazionie penalizzazioni (leggi qui i pro e i contro dell’uscita anticipata con quota 103).

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