Pnrr, l’ipotesi di congelare «solo» 300-400 milioni sui 19 miliardi della terza rata

La quarta rata

Nel frattempo entrerà nel vivo anche il confronto, più difficile, sulla quarta rata. A livello tecnico l’Italia ha già fatto sapere a Bruxelles che è in ritardo su dieci dei 27 obiettivi di giugno legati a un nuovo pagamento da 16 miliardi. Alcuni di questi nodi si possono sciogliere con interpretazioni più flessibili degli impegni: per esempio il governo avrebbe dovuto finanziare 700 imprese tramite il «Fondo impresa donna» per l’imprenditoria femminile, ma mancano alcuni passaggi procedurali. Poi però ci sono problemi più di fondo e non solo quelli legati all’aggiudicazione dei bandi sugli asili nido, ai bandi in ritardo per 2.500 colonnine di ricarica elettrica nelle autostrade e 4.000 nelle città o alle 40 stazioni di rifornimento a idrogeno. le raccomandazioni

L’accordo formale fra Roma e Bruxelles

La questione più seria riguarda i risultati del Superbonus, finanziato dal Pnrr per 13,5 miliardi. L’accordo formale fra Roma e Bruxelles sul Recovery recita infatti: «Il costo dell’installazione di caldaie a condensazione a gas deve rappresentare una piccola parte del costo complessivo (degli interventi, ndr) e l’installazione deve avvenire per sostituire le caldaie alimentare a olio combustibile». Sostituire caldaie a gas con altre caldaie a gas, come hanno fatto quasi tutti in Italia, viola infatti un principio di base del Recovery: «Non arrecare un danno significativo», secondo i regolamenti. Sulle caldaie del Superbonus l’Italia dunque per ora è fuori linea ed è probabile che le quote «sospese» della quarta rata possano essere superiori a quelle della terza. Tra Roma e Bruxelles la partita a scacchi non fa che cominciare.

CORRIERE.IT

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