Giuseppe Conte: “Gli Stati Generali per cambiare la tv pubblica. Il bellicismo di Meloni nasconde i problemi”

ANDREA MALAGUTI

«Dovremmo avere il coraggio di dire che questa strategia militare, che ha bandito la strategia negoziale, porta solo morte e distruzione».

Regole d’ingaggio per questa intervista a Giuseppe Conte. Si parla guerra e di Rai. Zelensky, Putin, Fazio e Littizzetto sì. Schlein, economia e riforme, almeno per oggi no. La politica classica è bandita. Una forma di rispetto per il voto amministrativo in corso. Anche se è difficile immaginare qualcosa di più politico del conflitto in Ucraina e della radiotelevisione italiana, estremi velenosi di un dibattito che serve a capire su quali valori, se esistono, si fonda il Belpaese. Lo scontro sul pensiero unico e i presunti colbacchi di viale Mazzini (nemici da spazzare via in nome di un rivoluzionario futuro patriottico) da un lato, l’Occidente a trazione americana e la fascinazione per il putinismo dall’altra. L’egemonia culturale interna di qua, la pressione internazionale di là. Che cosa siamo diventati? Il leader del Movimento 5 Stelle, foto di John Fitzgerald Kennedy sui profili social, un tempo Avvocato del Popolo, adesso orgogliosa bandiera di un pacifismo papalino-ghandiano, lo racconta a La Stampa.

Giuseppe Conte, la via della pace proposta dal Vaticano non piace a Volodymyr Zelensky.

«La mediazione di Papa Francesco può in ogni caso aprire un percorso negoziale costruttivo. Una porta che Europa e Italia devono coraggiosamente tenere aperta».

Non è quello che vogliono tutti?
«Non mi pare. Noto che Giorgia Meloni, con un’espressione che mi ha molto colpito, “scommette” sulla vittoria Ucraina, promettendo illimitate forniture militari. In questo modo però si accetta la possibilità di una carneficina senza fine e di una possibile deflagrazione nucleare».

Secondo Antonio Tajani l’unica strada possibile per il cessate il fuoco è quella che indicherà Kiev.
«È un’impostazione del tutto sbagliata. Ma temo che lo slancio bellicistico serva a nascondere l’incapacità di affrontare emergenze interne come il caro affitti, i mutui alle stelle, l’inflazione fuori controllo, contratti precari e il crollo del potere d’acquisto di famiglie con stipendi sempre più bassi».

Perché l’Ucraina dovrebbe rinunciare a una parte del proprio territorio?
«Nessuno mette in discussione il diritto dell’Ucraina all’integrità territoriale. Questo non significa che non dobbiamo creare le condizioni per sederci a un tavolo».

Europa, Nato e Stati Uniti sono d’accordo a mandare armi in Ucraina, esattamente come Meloni. Voi non più. Avete valori diversi?
«Più semplicemente noi abbiamo il coraggio di dire che questa strategia militare, che ha bandito la strategia negoziale, porta solo morte e distruzione».

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