Papa Francesco e l’agenda di sabato lasciata vuota: così apre la porta a un incontro con Zelensky in Vaticano

di Gian Guido Vecchi

Non ci sono conferme ufficiali, ma i segnali che arrivano dal Vaticano fanno capire che l’incontro è possibile

Papa Francesco e l’agenda di sabato lasciata vuota: così apre la porta a un incontro con Zelensky in Vaticano
Papa Francesco e Zelensky nel 2020

Di conferme ufficiali non ce ne sono, il momento è delicato e meno si parla meglio è, «qualsiasi parola, anche pronunciata con le migliori intenzioni, rischia di diventare un ostacolo più che un aiuto alla pace», ma insomma ai piani alti della Santa Sede fanno notare che nella giornata di sabato l’agenda ufficiale del Papa è vuota, il che accade assai di rado. Lo spazio per un incontro è aperto.

Del resto le indiscrezioni su un’udienza al presidente ucraino Volodymyr Zelensky in arrivo a Roma si sono moltiplicate ieri pomeriggio e Oltretevere il «possibile» è diventato «probabile», accompagnato della certezza che Francesco, nel caso, non aspetta altro ed è pronto a riceverlo: perché «la pace si fa sempre aprendo canali», osservava a fine aprile, di ritorno dall’Ungheria, annunciando una «missione» riservata per «aprire una strada di pace» tra Mosca e Kiev.

Così la missione è in corso e «andrà avanti», ha confermato l’altro giorno il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, aggiungendo una considerazione che suona come un indizio: «Sì, ci sono novità, ma naturalmente a livello riservato». Per dire quanto sia difficile, dopo che Francesco ne aveva parlato ai giornalisti sia Zelensky sia il Cremlino avevano detto di «non sapere» di missioni di sorta. Era stato lo stesso Parolin a confermare che, in effetti, «le due parti a suo tempo sono state informate», poi la faccenda si è risolta: «Non erano smentite, ci sono stati contatti in cui si è chiarito da entrambe le parti che si è trattato di un misunderstanding, un equivoco», ha detto il capo della diplomazia vaticana.

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Resta tutta la difficoltà di una «missione» che appare più che mai ardua, dopo quattordici mesi di tentativi. Francesco ha già ricevuto Zelensky ma era un paio d’anni prima dell’invasione russa, l’8 febbraio 2020, anche se già allora la Santa Sede scriveva che i colloqui in Segreteria di Stato «sono stati dedicati principalmente alla situazione umanitaria e alla ricerca della pace nel contesto del conflitto che, dal 2014, sta ancora affliggendo l’Ucraina».

Poi la situazione è precipitata, all’indomani dell’invasione Francesco andò di persona all’ambasciata di Mosca, il 25 febbraio 2022, e il giorno dopo parlò al telefono con Zelensky, tornò a parlargli un mese più tardi. Nel frattempo telefonate e contatti con le parti sono stati continui.

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