Dopo sessant’anni risolto il mistero dei Quasar

di Romualdo Gianoli

Sono gli oggetti più potenti conosciuti dell’universo: ora sappiamo che nascono dallo scontro di galassie

Dopo sessant'anni risolto il mistero dei Quasar
Render grafico di un quasar. Credit NASA:CXC:M.Weiss

I quasar sono gli oggetti più potenti che si conoscano nell’universo ma un mistero li avvolge da quando sono stati scoperti sessant’anni fa: possono brillare come un trilione di stelle ma racchiuse in un volume delle dimensioni del nostro Sistema Solare. In proporzioni «astronomiche» vuol dire racchiudere una potenza enorme in uno spazio ridottissimo. Che cosa possa essere a innescare un’attività così potente è, però, rimasto sempre un mistero per gli scienziati in questi decenni. Almeno fino a ora. Perché oggi, dopo aver osservato 48 galassie che ospitano quasar e averle confrontate con oltre 100 galassie senza quasar, alcuno scienziati dell’Università di Sheffield hanno scoperto qual è il fenomeno all’origine dei quasar: uno scontro fra galassie.

Buchi neri e gas

La maggior parte delle galassie presenta buchi neri supermassivi al centro e anche notevoli quantità di gas. Nella maggior parte dei casi questi gas si trovano a grandi distanze dal centro galattico, quindi fuori dalla portata dei buchi neri. Quando invece avvengono delle collisioni tra galassie i gas vengono spinti verso i buchi neri centrali e poco prima che vengano «consumati» da questi ultimi, rilasciano quantità straordinarie di energia sotto forma di radiazione dando vita, così, a quella brillantezza caratteristica dei quasar. L’accensione di un quasar può avere conseguenze drammatiche, come l’espulsione del resto del gas dalla galassia, con il risultato di impedire la formazione di nuove stelle per miliardi di anni.

Il possibile destino della Via Lattea

Dunque, confrontando le osservazioni di 48 quasar e delle loro galassie ospiti con le immagini di oltre 100 galassie senza quasar, i ricercatori hanno concluso che le galassie con i quasar hanno circa tre volte più probabilità di interagire o scontrarsi con altre galassie e questa è la prima volta che un’analisi del genere viene condotta con un tale livello di sensibilità. 
Come ha spiegato il professor Clive Tadhunter, del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Sheffield che ha condotto lo studio, «i quasar sono uno dei fenomeni più estremi dell’Universo e ciò che vediamo è probabilmente ciò che attende anche la Via Lattea, la nostra galassia, quando si scontrerà con la galassia di Andromeda tra circa cinque miliardi di anni. È emozionante osservare questi eventi e capire finalmente perché accadono. Anche se, per fortuna, la Terra non si troverà in vicinanza di nessuno di questi episodi apocalittici ancora a lungo».

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