Concessioni balneari, cosa prevede la sentenza europea e cosa farà il governo Meloni

di Marco Galluzzo

Il governo già al lavoro: si pensa a un decreto a un ddl di iniziativa governativa

Concessioni  balneari, cosa prevede la sentenza europea e cosa farà il governo Meloni
Imagoeconomica

Ufficialmente, venerdì scorso, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi fra Giorgia Meloni e il commissario Ue al Mercato unico, Thierry Breton, non si è parlato di concessioni balneari. Eppure ieri mattina una portavoce della Commissione ha dichiarato di fronte alla stampa europea — anche se poi ha parzialmente ritrattato — che la presidente del Consiglio, nel corso di quel faccia a faccia, ha assicurato al commissario che l’Italia adeguerà presto la sua legislazione alle direttive europee sulle concessioni balneari.

Di sicuro in tanti aspettavano l’apertura di una procedura di infrazione per l’Italia, due giorni fa: una lettera sarebbe stata già scritta dalla Commissione, ma sembra che all’ultimo istante le autorità di Bruxelles abbiano preferito soprassedere. Forse perché il governo italiano ha dato garanzie che entro l’estate la questione sarà chiusa una volta per tutte. Forse perché è stato direttamente il capo del governo a impegnarsi. A Palazzo Chigi non confermano, ma nemmeno smentiscono.

Di sicuro nella staff della presidente del Consiglio dicono che la sentenza della Corte di Giustizia europea era ampiamente attesa per i contenuti e che a questo punto al governo italiano non resta che intervenire con un provvedimento ad hoc. Ci si sta già lavorando, anche se non è chiara la formula che verrà scelta, quella del decreto legge o del disegno di legge di iniziativa governativa. I nodi aperti sono i tempi e il modo.

Di sicuro occorre fare in fretta, anche per il caos normativo che al momento domina la materia: la sentenza della Corte infatti si applica direttamente, fa premio sulla legislazione nazionale e invita in modo esplicito gli enti locali italiani a disapplicare le norme interne che risultano in contraddizione con la direttiva europea e l’esigenza di mettere a gara le concessioni balneari. Da 13 anni Bruxelles prova ad allineare l’Italia agli altri Paesi europei, finora senza successo.

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