Il rischio diaspora tra gli azzurri

Marcello Sorgi

Senza nulla togliere – anzi, aggiungendosi – al coro di auguri levatisi anche dai più acerrimi avversari di Berlusconi, si può dire che il ricovero del Cavaliere al San Raffaele, il secondo in pochi giorni, ha rinfocolato nelle chiacchiere di corridoio a Montecitorio l’interrogativo su cosa sarebbe di Forza Italia, non nel caso in cui il leader venisse a mancare, ma anche se dovesse accentuarsi la forzata assenza a cui è costretto da oltre un anno.

Negli ultimi tempi c’è stato chi ha messo in dubbio la reale convinzione con cui il Fondatore avrebbe pilotato l’accostamento filogovernativo del suo partito, voluto in realtà – s’è detto – dai figli Marina e Piersilvio, soprattutto dalla prima, che avrebbe costruito uno stretto rapporto personale con la premier Meloni. Quanto ci sia di politico e quanto di aziendale nella svolta, non è neppure il caso di chiederselo: si sa che la politica di Forza Italia è sempre stata un mix di questi due elementi, che possono coincidere o essere divergenti, in rari casi, ma tendono sempre a sovrapporsi.

Il nome di Marina Berlusconi è già venuto alla ribalta altre volte, in tema di successione. E non c’è dubbio che in un momento in cui è donna la presidente del consiglio e donna la leader del principale partito d’opposizione, l’ingresso in scena di una terza first lady, con cognome e personalità forti e curriculum manageriale di tutto rispetto, non potrebbe che essere incoraggiata dalle circostanze: se lei volesse, e non è affatto detto che lo voglia, Marina insomma potrebbe accompagnare l’ultima fase del regno del padre come in parte sta già facendo, insieme alla compagna Marta Fascina, in attesa di prenderne il posto.

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