Arriveranno i fondi europei e noi non sapremo come e dove spenderli

Flavia Amabile

ROMA. Non si può dire che non sia stato fatto nulla. E’ stato fatto male. Lo stato dell’edilizia scolastica si sintetizza così, con il giudizio della Fondazione Agnelli, con le statistiche di anno in anno identiche nell’elencare le carenze delle scuole dove vivono gran parte del loro tempo bambini e giovani, con le cronache che mostrano crolli di controsoffitti, di cornicioni e una precarietà sempre meno giustificabile che arriva alle scuole ma parte innanzitutto dai numeri.

L’ultimo studio pubblicato risale a pochi giorni fa, è di Legambiente, nel 2021 il 30,6% delle scuole necessita ancora di interventi straordinari. Negli ultimi 5 anni le indagini diagnostiche dei solai, risultano eseguite solo nel 30,4% degli edifici, dato che scende nelle Isole al 18,8%. Interventi per la loro messa in sicurezza sono stati realizzati, a livello nazionale, appena sul 12% degli edifici. Anche se il 53,8% dei comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato interventi di adeguamento sismico negli ultimi 5 anni, tali lavori hanno interessato solo il 3,1% degli edifici scolastici. E all’inverno con le bollette del riscaldamento schizzate alle stelle le scuole sono arrivate avendo solo il 4,2% in classe energetica A e il 74,8% fermo nelle ultime tre classi energetiche.

Il ministero dell’Istruzione risponde con le sue cifre, ricordando che sono stati effettuati 17.146 interventi ordinari in dieci anni, dal 2013 al 2022 per un importo pari a 5 miliardi. Sono molti? Sono pochi? Si tratta di una media di 1700 lavori l’anno su un patrimonio di 40.221 edifici scolastici e 366.310 classi. Gli interventi comprendono tutto, dal controsoffitto da rimettere a posto al controllo antisismico, all’adeguamento degli spazi o al noleggio di strutture temporanee durante il periodo del Covid.

Liste interminabili di numeri da una parte e dall’altra che provano a fornire una fotografia delle scuole italiane che, però, resta sempre sfocata. Nonostante gli annunci roboanti del passato, l’Anagrafe dell’edilizia scolastica presenta “ancora tanti buchi nelle informazioni”, denuncia Cittadinanzattiva nel suo XX Rapporto sulla sicurezza a scuola, il più recente. I buchi sono tanti. «I dati sono fermi al 2021. Non c’è trasparenza né sistematicità. I dati vengono aggiornati quando capita, senza regolarità, e negli open data accessibili a tutti è consultabile solo una parte degli indicatori presenti», denuncia Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva.

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