Il piano Meloni per il governo: senza intesa sui nomi, pronta una sua lista. Il nodo resta Salvini


Ma non ha alcuna intenzione di mettere veti alla Lega: non avrebbe nulla in contrario, per esempio, a una nomina di Giulia Bongiorno, preparata e da lei stimata. Ma Salvini accetterebbe un ministro leghista diverso nel dicastero più alto loro affidato? Magari potrebbe indicare un uomo di sua fiducia, come il prefetto Matteo Piantedosi, e tenersi lui un ministero di peso. Pare che gradirebbe le Infrastrutture, con il controllo della Guardia costiera, ma lì potrebbe andare anche Rixi; se invece accettasse l’Agricoltura che Meloni gli darebbe volentieri, potrebbe chiedere di fare il vice premier. Per la Lega ci si aspetta anche un ministero per una donna ed è da capire se entrerà Giorgetti, gradito a Meloni.

E mentre resta ancora vuota la casella del Mef, e si cerca ancora un super tecnico, c’è anche un problema FI: ci saranno Tajani (sicuro agli Esteri), Bernini (probabile Università), Pichetto Fratin.

Non sarà invece accolta la richiesta di Berlusconi della Sanità per Licia Ronzulli: Meloni vuole un esperto, magari proprio l’azzurro Zangrillo. Per la fedelissima del Cavaliere o un ministero minore o nulla.

Si stringe la cinghia anche in FdI. Ignazio La Russa è destinato alla presidenza del Senato, Urso e Crosetto a Difesa e Sviluppo Economico.

Alla Giustizia avanza Carlo Nordio, Giovanbattista Fazzolari sarà o sottosegretario alla presidenza o ministro per l’attuazione del programma.

Il Corriere della Sera e il sito Corriere.it oggi e domani escono senza le firme dei giornalisti per un’agitazione sindacale.

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