I politici nella trincea social: la grande sfida «acchiappavoti»

Conte, Meloni e il cane
«Occhio ragazzi», avverte la faccia di Giuseppe Conte in primo piano, la si vede su Twitter e su TikTok, piglio da fustigatore, camicia scura, musica di sottofondo epica ma tendente al triste, ottima per quelle scene dei film di guerra in cui si vedono giovani militari di un esercito sconfitto che batte ritirata. «Voi pensavate che i problemi di voi giovani fossero disoccupazione, precariato, affitti e mutui alle stelle. Nulla di tutto questo: per Salvini il problema è che non c’è più la leva militare obbligatoria. Quindi — sempre dalla viva voce dell’ex premier, sempre più scuro in volto — tutti voi in fila a fare il militare per un anno! E guardate che gli amici di Salvini e gli amici di Meloni, in Polonia, si sono mossi in questa direzione». Commento di tal Giuseppe al video: «Grazie per i monopattini, non ti dimenticherò mai».

E così, come nella celebre scena fantozziana del Ragionier Ugo che finisce in crisi mistica dopo un’overdose da tribuna politica, anche il fruitore degli account social dei leader politici rischia una macedonia interiore di motorini chiusi, esami di patente posticipati, sigarette accese sui treni, condoni, servizi di leva, oltre agli immancabili animali domestici come il dolcissimo cane di grossa taglia accarezzato ieri l’altro a Catania da Giorgia Meloni, immortalato in un video su TikTok poi pubblicato dall’account della leader di Fratelli d’Italia (titolo: «Accoglienze speciali prima di salire sul palco», nel video si vede Meloni che accarezza il cane e gli sussurra dolcemente «Come stai, come stai? Ci hai caldo?»).

Senza scaramanzia
A proposito di TikTok, si attende da giorni lo sbarco di Silvio Berlusconi sul social network più amato dai giovanissimi. Nell’attesa, il Cavaliere continua a coltivare il robusto esercito di seguaci che ha coltivato su Twitter e Instagram. La vera novità, più che le pillole pre-registrate con le proposte di FI, è stato il divorzio di Berlusconi dalla fedele compagna di una vita trascorsa a vincere trofei calcistici nazionali e internazionali: la scaramanzia. L’altro giorno, il patron del Monza neopromosso in serie A ha pubblicato una sua foto con i calciatori «pochi minuti prima della partita negli spogliatoi», come recitava la didascalia. «Per vincere», proseguiva il messaggio, «servono determinazione e impegno. Sono questi i valori che trasmetto ai miei ragazzi prima di ogni impegno». Il Monza, poi, ha perso.

CORRIERE.IT

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