L’apertura di Bonomi e della Cisl, il gelo di Landini: i problemi restano

PAOLO BARONI

ROMA. «L’incontro col governo? Non ha risolto i problemi: Draghi non ha dato risposte, non ha fornito numeri né contenuti» risponde freddo il segretario della Cgil Maurizio Landini al termine dell’incontro a palazzo Chigi. «Il governo – aggiunge – ha solo confermato che intende fare un provvedimento a fine mese, i cui contenuti noi non conosciamo però, e che intende incontrarci di nuovo il 26 o 27 prima di decidere». Tutt’ altri toni usa invece il segretario della Cisl Luigi Sbarra, a cui l’idea di un nuovo patto sociale per affrontare questa fase di emergenza rilanciato ieri dal premier piace da sempre: «Incontro positivo, potenzialmente decisivo».
Per Landini, in pratica, ieri si è solo accennato a temi che vanno affrontati, come la difesa del potere d’acquisto di salari e pensioni, la questione della precarietà ed il salario minimo. «Noi al tavolo col governo abbiamo ribadito che è necessario agire subito: non possiamo aspettare la legge di bilancio, non abbiamo tempo di aspettare. Occorre agire adesso e vogliamo portare a casa risultati già questo mese, sia per quello che riguarda l’aumento di salari e pensioni, sia sulla precarietà, sia per quello che riguarda le politiche energetiche e le scelte da realizzare».
«Sull’emergenza bollette, sui salari e sulle pensioni abbiamo chiesto al governo di intervenire subito. Bisogna detassare gli aumenti contrattuali e la contrattazione di secondo livello e aumentare il netto in busta paga» insiste Pierpaolo Bombardieri. Sia il segretario generale della Uil sia Landini dicono «basta bonus». «Duecento euro una tantum? Un aumento del genere serve tutti i mesi» continua a ripetere il leader della Cgil. Quanto alle risorse per i sindacati occorre tassare al 100% gli extraprofitti e attingere all’extragettito.
Sulle misure da adottare Cgil, Cisl e Uil concordano: «Bisogna agire sul taglio del cuneo fiscale per aumentare il netto in busta paga, serve una piena rivalutazione delle pensioni, bisogna valutare la possibilità dell’azzeramento dell’Iva sui beni di largo consumo per le famiglie in difficoltà» sintetizza Sbarra. Landini completa il quadro con le scelte di politica industriale (Tim, siderurgico ed automotive) e la lotta alla precarietà «che ha toccato livelli inaccettabili».

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