Intervista a Boris Johnson: «No a una cattiva pace per l’Ucraina: l’Occidente non ceda alla fatica della guerra. Putin deve fallire»

La vostra scelta di riscrivere gli accordi post-Brexit sull’Irlanda del Nord ha creato rabbia e irritazione fra gli alleati europei, col rischio di frantumare anche l’unità sull’Ucraina.
Cosa ho notato finora è quanto le reazioni siano state ovunque moderate. Cosa stiamo cercando di fare è trovare una soluzione burocratica a problemi burocratici: il tono generale della discussione è stato finora molto pragmatico, penso ci sia un modo per andare avanti. Il più alto obbligo legale per il nostro Paese è la pace e la stabilità in Irlanda del Nord: al momento, le due differenti tradizioni in Irlanda del Nord devono essere tenute in equilibrio: cosa chiediamo sono alcuni aggiustamenti burocratici abbastanza ragionevoli.

Parlando di Brexit, può indicare anche un solo vantaggio ottenuto, visto che quest’anno la Gran Bretagna avrà la crescita più bassa fra i Paesi sviluppati?
Una delle ragioni per cui abbiamo avuto la più forte crescita nel G7 l’anno scorso e torneremo alla crescita più veloce è perché abbiamo avuto il più rapido programma di vaccinazione. E questo perché siamo stati in grado di dare la licenza al nostro vaccino senza ricorrere all’Agenzia europea per il farmaco, che avevamo lasciato. Per questo siamo stati più veloci e siamo stati il primo Paese a iniettare alla gente un vaccino approvato: non è qualcosa che non sia stata notata dal pubblico britannico. Siamo anche stati capaci di attrarre investimenti facendo uso dei nostri vantaggi fiscali, abbiamo tagliato l’Iva sui pannelli solari, cosa che non potevamo fare prima, abbiamo tagliato l’Iva sui prodotti sanitari femminili, siamo in grado di allontanarci dalle regole europee sulla protezione dei dati perché abbiamo un approccio molto differente. Siamo stati in grado di allontanarci dalla Politica agricola comune e sostenere i nostri contadini in maniere diverse. Abbiamo concluso circa 70 accordi di libero commercio nel mondo.

Eppure l’inflazione corre verso l’11 per cento annuo.
Beh, abbiamo un problema particolare causato dal nostro mix energetico, ma abbiamo anche un mercato del lavoro colmo: c’è un eccesso di domanda in questa economia. Ma se guardiamo alle previsioni dell’Ocse e del Fondo monetario, torneremo in testa alla classifica di crescita nei prossimi due o tre anni. E se mi chiedete perché, vorrei ricordare che grazie ad alcune delle cose che abbiamo fatto abbiamo attirato più investimenti in tecnologia di Francia, Germania e Israele messi assieme. Mi ricordo di crisi economiche in cui c’erano milioni di disoccupati…

Infatti i giornali scrivono che sembra essere tornati agli anni Settanta…
Ricordo le crisi degli anni Ottanta e Novanta, avevano milioni di persone senza lavoro, adesso abbiamo la disoccupazione giovanile ai livelli più bassi mai registrati: e questo perché abbiamo avuto la robustezza di bilancio per sostenere la gente nel modo in cui abbiamo fatto. Vogliamo avere la relazione più amichevole possibile con i nostri amici europei, ma continueremo a fare le cose in maniera diversa laddove pensiamo sia ragionevole.

Ha suscitato molte critiche la vostra politica di deportare in Ruanda gli immigrati che sbarcano in cerca di rifugio: sta diventando illegale chiedere asilo in Gran Bretagna?
No, niente affatto. Abbiamo vie sicure e legali per chi vuole venire qui. E il Regno Unito accoglie un enorme numero di persone che arrivano in questo Paese perché temono per le loro vite. Abbiamo preso circa 100 mila cinesi di Hong Kong, almeno 15 mila afghani, molte migliaia dalla Siria e abbiamo dato 120 mila visti per gli ucraini. Sotto il mio governo, abbiamo avuto più persone che scappano in questo Paese che in ogni momento dal 2015: e sono orgoglioso di ciò. E continueremo a essere un Paese che accoglie un enorme numero di persone dall’estero. Londra è largamente la città più diversificata d’Europa, il 40 per cento dei londinesi sono nati all’estero: sotto questo aspetto, è come New York e ne sono orgoglioso. E continueremo ad accogliere talenti. Ma ciò che stiamo cercando di fare è mettere fine a un particolare problema, che è il traffico attraverso la Manica di persone vulnerabili in battelli inaffidabili, a rischio della vita. Non credo che questo sia qualcosa che un Paese civilizzato dovrebbe lasciar succedere. Stiamo cercando di spezzare il modello di business dei trafficanti di persone.

Se l’inchiesta parlamentare sul Partygate stabilirà che lei ha sviato il Parlamento, si dimetterà?
Il mio piano è guidare il partito alla vittoria alle prossime elezioni: potete assicurare i vostri lettori di questo. Sono molto fiducioso che vinceremo le prossime elezioni.

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