C’è lo scudo contro i rincari: benzina meno cara per 3 mesi, rafforzato il Golden power

Paolo Baroni

Oggi il Consiglio dei ministri si limiterà a definire la road map di uscita dall’emergenza Covid, mentre sarà una seconda riunione in agenda per domani pomeriggio a varare il decreto «taglia-prezzi» sui carburanti e le altre misure per fronteggiare l’impatto della guerra in Ucraina, compreso il nuovo intervento per l’accoglienza dei rifugiati.

Arriva l’accisa mobile

In attesa di definire il quadro di interventi europeo, una parte dei provvedimenti dovrebbe essere preso a fine mese in occasione del varo del nuovo Documento di economia e finanza (Def), anche valutando un nuovo aumento del deficit, da subito però si interverrà sul caro carburanti. «Per contenere l’impatto sui consumatori finali, il governo sta valutando l’ipotesi di praticare sui carburanti un’accisa mobile», ha annunciato in Senato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che ieri è tornato a puntare il dito sugli aumenti «non giustificati» dei prezzi del gas e di riflesso anche sui costi finali dei carburanti dal momento che incidono sui costi di raffinazione.

L’obiettivo del governo è quello di arrivare a ridurre di circa 20 centesimi per tre mesi il prezzo alla pompa utilizzando come copertura l’extragettito Iva accumulato.

Il menù del governo, che per fare cassa studia anche la tassazione degli extraprofitti delle società energetiche, dovrebbe poi prevedere ulteriori interventi per calmierare gli aumenti di gas e luce, in particolare a favore delle famiglie in difficoltà, e la possibilità di allungare la rateizzazione delle bollette. Molto ricco poi il pacchetto di proposte che arrivano dai vari ministeri, anche se non tutto potrebbe non entrare nel decreto che sarà presentato domani.

Nuovi sostegni alle imprese

Il ministero dello Sviluppo, in particolare, propone di istituire due nuovi fondi: uno per sostenere il fabbisogno energetico delle attività produttive, con una dotazione di 800 milioni di euro per il 2022, e concedere aiuti anche a fondo perduto a favore delle imprese maggiormente danneggiate dal caro energia; ed uno per sostenere le imprese energivore di interesse strategico nazionale attraverso garanzie messe da Sace per finanziamenti concessi sotto qualsiasi forma in grado di coprire il 90% dell’importo concesso o la cifra che verrà poi decisa in sede Ue. Quindi al Mise propongono di rafforzare con 1 miliardo di euro il Fondo di garanzia per imprese manifatturiere particolarmente colpite dal caro energia. Una misura destinata a circa 150 mila imprese e volta a favorire, laddove possibile, il ricadenzamento dei piani di ammortamento in modo da rendere più sostenibili i debiti già contratti.

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