Il metodo Draghi che agita i partiti. Alleanze e calcoli in attesa delle elezioni

Ed eccoli i Cinque stelle, che attraversano il passaggio più difficile alla loro nascita. La diarchia, con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, è evidente e non sanabile. I toni ora sono più bassi per evitare lo sbriciolamento del Movimento. Quindi, almeno per ora, niente scissione ma scontro di linee opposte sì, e si starà a vedere come finisce. Intanto si invita a guardare alle prossime comunali di Palermo, con la Sicilia che si appresta a tornare laboratorio politico, come tante volte nella storia repubblicana. Il tentativo è quello di individuare un candidato da maggioranza Ursula, quindi senza Salvini e Meloni, e chissà, forse appunto con i Cinque stelle. Divisi tra la tentazione di tornare alla splendida solitudine delle origini, con il rischio di un’illusione passatista, o guardare a una politica di alleanze che da cosa faccia nascere cosa. Nel fronte di Di Maio c’è comunque l’idea che ogni progetto futuro debba fare a meno della Lega, dove, nonostante le buone intenzioni del fronte del Nord, che con Giancarlo Giorgetti e i governatori punta al cambio di passo, al timone c’è sempre Salvini.

Il leader leghista si appresta a incontrare Draghi, gli garantisce pieno sostegno sul Pnrr, rifiuta anche solo l’idea di essere un sabotatore, rivendica che sul Green pass come sulle bollette il suo apporto sia stato costruttivo, non fa mistero di non condividere l’azione del ministero dell’Interno, garantisce che mai e poi mai staccherà la spina. Ma è anche convinto che dopo le elezioni dovrà esserci un governo politico e si muove in due direzioni: un lavoro di ricucitura, a partire dalle amministrative, per portare il centrodestra unito al voto, e un’operazione di rasserenamento nel partito, offrendo maggiore collegialità.

Chi vuole tornare anche in futuro all’unità nazionale, insomma, non lo farà con i suoi voti. Con Giorgia Meloni non si sono ancora ripristinati rapporti diretti, dopo il gelo seguito all’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Ma Salvini non ha intenzione di rispondere con polemiche alle polemiche. Chiede però che la leader di Fratelli d’Italia maturi un atteggiamento rispettoso nei confronti della sua partecipazione al governo. A meno che non intenda far da sola, consegnando all’irrilevanza un eventuale successo elettorale.

CORRIERE.IT

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