Mattarella o Draghi: le carte di Letta

ANNALISA CUZZOCREA

«Stanno spingendo ancora su Giuliano Amato», dice Giuseppe Conte ai suoi nel gabinetto di guerra che è diventato la cabina di regia M5S. «Dicono che sarebbe la soluzione ideale perché il quadro si assesti, ma avremmo tutto il nostro mondo contro. Allora perché non Elisabetta Belloni? È ai servizi da pochi mesi, non può essere un handicap». Quanto ad Andrea Riccardi, l’avvocato la pensa come Enrico Letta, o almeno come il segretario dem dice ai grandi elettori riuniti ieri al Nazareno (assente e forse offeso Dario Franceschini): «Sarebbe il candidato ideale».

Almeno su questo Letta, Conte e Speranza – che si sono rivisti ieri mattina – sono davvero completamente d’accordo. Riccardi è un buon nome, da non bruciare come semplice bandiera, «è anche presidente della società Dante Alighieri, potrebbe essere considerato patriottico! » , dice scherzando il segretario dem. Tutti e tre però sanno che la candidatura del fondatore della comunità di Sant’Egidio, in un’interlocuzione con la destra, ha poche speranze. E che non sarà quella la soluzione del rebus Colle, che oggi con tutta probabilità comincerà con una conta di schede bianche: un segnale distensivo di tutti nei confronti di tutti. Un’apertura insomma, verso dove non è ancora dato capirlo.

Il coordinamento è strettissimo, l’atmosfera più che serena. Il punto è che almeno per ora i tre leader del fronte progressista continuano a non volere le stesse cose. E che tutti stanno cercando di far prevalere la propria linea puntando sull’altro campo. O meglio, su Matteo Salvini.

È il leader della Lega il più platealmente conteso in queste ore. Conte lo sente spesso – almeno così dicono i suoi fedelissimi – con in testa un obiettivo: convincerlo a mantenere il suo veto e quello del centrodestra, quanto meno di Lega e Forza Italia, su Mario Draghi. «Non possiamo permetterci una crisi al buio», dice l’ex premier. «Non possiamo farlo per il Paese. E poi scusate, quando sono andato via io da Palazzo Chigi dicevano tutti che non potevo farcela da solo, il Pnrr, la pandemia, serviva superMario. E adesso che vogliono mandarlo al Quirinale, a capo dell’esecutivo andrebbe bene una comparsa?»

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