A scuola il Covid non c’è, il diktat imperativo del ministro Bianchi

E in un momento in cui gli istituti sono travolti dall’emergenza e dal carico burocratico che le norme del governo assegnano al personale scolastico (lo stesso Giannelli ieri diceva con amarezza: «ci hanno trasformati in funzionari Asl»), è improbabile che quei report arrivino con puntualità al ministero e siano anche solo lontanamente descrittivi della realtà. Già nel precedente governo nel terribile autunno 2020 fece l’identica orgogliosa e perentoria affermazione l’allora ministro Lucia Azzolina, che nel giro di pochi giorni fu però travolta da una realtà sempre più forte di bandiere ed ideologiche affermazioni. Sarebbe stato più saggio rinviare di qualche settimana la riapertura delle scuole in presenza, magari procedendo in dad per tutti in corrispondenza con i picchi della curva pandemica. E certo non sarebbe stata una tragedia per la qualità dell’istruzione l’insegnamento a distanza almeno per un paio di settimane. Ma davanti a chi è convinto di avere la verità in tasca e che tutto decide lui, è inutile avanzare banali considerazioni di buon senso. E oggi i ragazzi in classe (per quel poco che ci stanno) complicano la vita a tutti.

IL TEMPO
 

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