Houellebecq ovvero la coppia eterosessuale contro l’Apocalisse

SAN SEBASTIAN, SPAIN - SEPTEMBER 25: French writer Michel Houellebecq attends 'Thalasso' photocall during...
SAN SEBASTIAN, SPAIN – SEPTEMBER 25: French writer Michel Houellebecq attends ‘Thalasso’ photocall during 67th San Sebastian International Film Festival at Kursaal, San Sebastian on September 25, 2019 in San Sebastian, Spain. (Photo by Carlos Alvarez/Getty Images)

L’ultimo romanzo di Michel Houellebecq, “Annientare”, da oggi in libreria per La Nave di Teseo, è ambientato nel 2026-2027, un futuro prossimo nel quale si sono compiute inesorabilmente tutte le rovine che i precedenti romanzi di Houellebecq hanno annunciato: la disintegrazione dei legami sociali, la solitudine, l’anomia, la miseria affettiva, sentimentale, sessuale. Niente di tutto ciò suscita più dramma, né conflitto, né innesca un principio di rivolta come accadeva invece, seppur con vane speranze, nei precedenti romanzi. Semplicemente, per i giovani che popolano questo nuovo mondo è diventato naturale sigillarsi dentro se stessi, anzi la sola idea “di una relazione sessuale tra due individui autonomi” gli appare ormai come “una fantasia superata e, a dirla tutta, deplorevole”. Il contrario di quel che gli uomini e le donne hanno fatto fino a non molto tempo fa, ossia scopare, amarsi, formare coppie, costituire famiglie, e ancora più in precedenza comunità, partiti, movimenti, scuole, chiese. Così pare abbia scelto di finire l’Occidente.

Il protagonista del romanzo, Paul, è il consigliere e il confidente del ministro dell’Economia, Bruno Juge, “probabilmente il più grande ministro dell’Economia dai tempi di Colbert” – un personaggio chiaramente ispirato all’attuale ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire. Bruno Juge è un tecnico colto e pragmatico, in un governo di centrosinistra, che studia fino a notte fonda ogni dossier, complice una vita matrimoniale disastrosa. Aggira le direttive europee in nome degli interessi nazionali e sta cercando con successo di riportare la Francia all’industria. È anche uno dei possibili candidati alle prossime elezioni presidenziali e anche per questa ragione finisce nel mirino di una serie di indecifrabili cyber attacchi terroristici sui quali Paul indaga senza riuscire a capirci molto. In uno dei più preoccupanti video di computer grafica diffusi online, il ministro viene ghigliottinato come gli aristocratici durante la rivoluzione francese, e si capisce che la minaccia semini il panico nelle stanze del Ministero e del Governo.

Di tutti i romanzi di Houellebecq, “Annientare” è senz’altro il più romanzo di tutti. Le pagine che sconfinano apertamente nel saggio, come accadeva spesso nei precedenti romanzi, sono ridotte al minimo. Nelle più di settecento pagine di questa storia si passa invece dal thriller politico, al romanzo sul potere francese, al feroce show della campagna per le presidenziali senza capire per pagine e pagine dove si andrà veramente a parare. In un mondo in cui la mutazione annunciata da Houellebecq fin dal suo primo romanzo, “Estensione del dominio della lotta”, è quasi totalmente compiuta, accade però qualcosa di assolutamente inedito per un romanzo di Houellebecq. Il protagonista, Paul, l’uomo a cui l’autore presta più frequentemente i suoi pensieri, viene strappato dal suo lavoro quotidiano al fianco del ministro dell’Economia a Parigi ed è scaraventato nuovamente nella sua vita da ragazzo nella campagna francese. La causa è un ictus che colpisce il padre e lo lascia completamente paralizzato. Ma questo fatto, anziché precipitarlo ancora più profondamente nell’assurdità della vita, come accade alla maggior parte dei personaggi dei precedenti romanzi di Houellebecq, gli fa compiere invece un movimento inverso: la malattia, l’agonia e la prossimità alla morte non solo lo riavvicinano alla famiglia e alla moglie, con la quale non andava a letto da più di dieci anni, non solo gli fanno capire qualcosa di quel che succede nella Francia lontana dal centro, nelle campagne dove fioccano i voti per il Rassemblement national, ma lo riconnettono a un senso sacro dell’esistenza. “La foresta sembrava animata da un respiro calmo”, pensa Paul osservando la natura, “infinitamente più calmo di qualsiasi respiro animale. Era la vita nella sua essenza”.

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