Sciopero generale, maggioranza in ordine sparso. Lega in pressing, Pd punta sul dialogo

di Claudia Voltattorni

Il giorno dopo la proclamazione dello sciopero generale di 8 ore il 16 dicembre contro la manovra «insoddisfacente» del governo Draghi da parte di Cgil e Uil, oltre a spaccare il fronte sindacale con la contrarietà e non partecipazione della Cisl, rischia di spaccare anche quello dei partiti della maggioranza sulla linea da tenere nei confronti dei due sindacati. Se la Lega di Matteo Salvini attacca duramente la scelta di Cgil e Uil definendo il sindacato di Corso Italia «irresponsabile» e ringraziando invece «la Cisl per il senso di responsabilità», il Pd è più possibilista e confida nel «dialogo e confronto con le parti sociali che non si deve interrompere», come dice la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani che esorta a «lavorare tutti insieme, senza dividerci». Della stessa idea anche il collega di partito e responsabile economia del Pd Antonio Misiani che invita a «tenere aperto il confronto tra governo e parti sociali: le nostre stelle polari sono il dialogo sociale e l’unità sindacale e l’ultima cosa che il Paese può permettersi è una nuova stagione di conflitti sociali». E proprio ieri una delegazione Pd ha incontrato i sindacati della scuola – Cgil, Uil, Snals e Gilda – che contro la manovra sciopereranno il prossimo venerdì. lavoro

Giudizi negativi per la scelta di Maurizio Landini (Cgil) e Pierpaolo Bombardieri (Uil) arrivano da tutto il resto della maggioranza. Oltre all’attacco di Salvini e Lega (che se la prende anche con il silenzio del leader Pd Enrico Letta), anche Italia Viva e Forza Italia bocciano lo sciopero: per i primi «un errore clamoroso, nel merito e nel metodo»; per i secondi, attraverso il coordinatore nazionale Antonio Tajani, «soprattutto un danno per la ripresa economica» e chiedono «a Cgil e Uil di ripensarci se veramente hanno a cuore la ripresa del Paese».

«Riaprire il dialogo» In tutto ciò resta la sorpresa del governo per la protesta annunciata dopo gli incontri a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi. Ma resta la speranza di una ricucitura prima del 16 dicembre. Lo dice lo stesso ministro del Lavoro Andrea Orlando: «Non mi sfuggiva il fatto che il sindacato avesse dei dubbi, poi ho letto le motivazioni e francamente non posso nascondere una certa sorpresa», ma aggiunge, dopo la firma del protocollo sullo smart working con i sindacati: «Mi auguro che questo metodo di confronto possa essere anche il modo con cui affrontiamo altri passaggi che saranno all’ordine del giono molto presto». il retroscena

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