Perché il voto in Germania è una doppia rivoluzione

di Paolo Valentino

La Germania, con le elezioni del 26 settembre 2021, si è messa alle spalle l’età di Angela Merkel con il più straordinario e problematico risultato elettorale della sua storia democratica: la vittoria (di misura) della sinistra della Spd di Scholz, e il crollo della Cdu di Laschet

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Più che un’elezione è stata una rivoluzione.

La Germania ha votato e si è messa alle spalle l’età di Angela Merkel, con il più inedito, straordinario e problematico risultato elettorale della sua storia democratica.

Quello che emerge dalle urne è un paesaggio politico dominato dalla frammentazione e nel quale la nascita di una maggioranza di governo si annuncia lunga e complicata.

Eppure, comunque vada a finire, le elezioni politiche tedesche hanno un vincitore e uno sconfitto: il primo è Olaf Scholz, il secondo è Armin Laschet.

Il candidato socialdemocratico ha resuscitato la Spd, portandola al primo posto dopo un purgatorio durato venti anni e vincendo la scommessa di combinare un messaggio di continuità con Merkel con un programma elettorale decisamente votato al cambiamento.

Sul fronte conservatore, Laschet si rivela la pietra al collo della Cdu-Csu, che sprofonda al suo peggior risultato di sempre. Non è solo colpa sua, essendo in parte anche vittima di fuoco amico, ma gli errori e le gaffe della sua campagna resteranno a lungo negli incubi del partito che fu di Adenauer e Kohl e che ha governato la Germania per 50 degli ultimi 70 anni.

Sono delusi i Verdi, per quello che poteva essere e non è stato. Hanno perduto un’occasione storica, loro che in aprile erano in testa alle intenzioni di voto e avevano avuto il coraggio di scendere in campo guidati da una donna. Ma possono vantare un risultato brillante a due cifre e sono indispensabili per qualsiasi alleanza di governo.

Sorridono i liberali della Fpd, anche loro a doppia cifra e già corteggiati da tutti, vincitori e vinti. Saranno il vero ago della bilancia del lungo negoziato di governo che sta per partire.

La rivoluzione è doppia.

Finisce la prima Repubblica Federale, quella fondata sulla certezza di due grandi Volkspartei (i partiti popolari) e su alcune forze minori che di volta in volta si alternavano come alleate in una coalizione di governo. E finisce anche il surrogato di emergenza, che vedeva la Grosse Koalition tra Cdu e Spd scattare non appena le condizioni politiche non offrivano alternative, ma che nel lungo regno di Angela Merkel era diventata quasi normalità. Non più.

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