Coronavirus e vaccini: incognita ragazzi

Il parere dei medici
Non siamo contrari all’obbligo vaccinale per i ragazzi ma riteniamo che debba essere “l’extrema ratio”: dopo aver siglato un accordo con il ministro Speranza a marzo, le inoculazioni sono partite solo di recente per cui siamo molto indietro. Per questo, parlare di obbligo ora è prematuro, vediamo più avanti se servirà. Non dimentichiamo che gli adolescenti vogliono vaccinarsi». Paolo Biasci, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), chiede che la campagna per i giovanissimi coinvolga la sua categoria. «Il pediatra ha un rapporto diretto con la famiglia e laddove ci siano perplessità, può intervenire in modo diretto e “personalizzato” rispetto al centro vaccinale. Possiamo convocare i genitori scettici, ascoltarli e spiegare loro i benefici della vaccinazione per i loro figli». Resta tuttavia un problema di dosi: «Non ne abbiamo a sufficienza, se le avessimo potremmo partecipare attivamente alla campagna». E in caso di allargamento della platea ai minori di 12 anni, Biasci non vede pericoli: «Visti gli eccellenti risultati dei test sui ragazzi tra i 12 e i 16 anni, direi che se dovesse esserci la possibilità di estendere la vaccinazione agli under12, noi saremo d’accordo». 

Il nodo giuridico
In Italia per l’inoculazione agli under18 è necessario che entrambi i genitori firmino il consenso per il medico. Nel caso in cui uno dei due lo neghi – o siano tutti e due contrari – il minore può ricorrere agli strumenti legali. «Sono casi rari, anche perché presuppongono che il ragazzo sia dotato di particolare capacità critica e di una forte volontà di esprimerla al di fuori del nucleo familiare», spiega Ciro Cascone, procuratore del Tribunale dei Minori di Milano. Che ricorda il «caso pilota» del 17 enne fiorentino con entrambi i genitori No Vax, fortemente intenzionato a vaccinarsi. Il ragazzo chiese quindi l’aiuto di un avvocato grazie alla sua scuola che fece ricorso al tribunale competente. «Più che al Tribunale dei Minori l’under18 che vuole dissentire dalle scelte dei genitori può rivolgersi al giudice tutelare che, agendo da solo, dirime la questione in tempi molto più brevi». In ogni caso, «sarà il giudice a valutare le posizioni e, salvo patologie particolari per le quali il minore venga messo in pericolo di vita se sottoposto a vaccinazione, è probabile che dia ragione al minore, se si è formato la sua idea in autonomia, nonostante la contrarietà dei genitori»

La situazione all’estero
All’estero ogni Paese ha adottato una linea diversa. La Francia ha fatto da apripista, consentendo i vaccini per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni già dal 15 giugno, sebbene una fascia della popolazione si stia opponendo alle misure del presidente Emmanuel Macron. In Spagna il governo ha autorizzato le punture ai giovanissimi (12-17 anni) ma non considerando questa vaccinazione prioritaria, somministrerà le dosi a partire da settembre. La Germania ha adottato una linea molto timida consigliando la vaccinazione ai ragazzi solo se hanno malattie pregresse: gli adolescenti senza problemi che vogliono vaccinarsi devono invece «accettare il rischio». Il Regno Unito ha fatto una piccola retromarcia: prima ha autorizzato il vaccino dai 12 anni in su e poi, il 19 luglio, ha stabilito che l’inoculazione sarà offerta solo agli over 12 estremamente vulnerabili o che vivono con una persona immunodepressa. La Grecia, infine, ha aperto dal 22 luglio la possibilità di vaccinare i quindicenni: nel Paese c’è però una forte resistenza tanto che il premier, già a giugno, aveva stabilito per ogni 25 enne una “ricompensa” di 150 euro. 

LA STAMPA

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