Se il presidente alza la voce

La coincidenza col giorno del compleanno di sicuro non è casuale, e si può intenderla in molti modi. Ad esempio può significare che non stiamo vivendo tempi normali, per troppi italiani la strada rimane in salita e, dunque, c’è poco da festeggiare (in serata Mattarella ha ringraziato per gli auguri considerandoli un pegno di affetto per la Repubblica, prima che alla sua persona). Altra possibile interpretazione dell’attivismo presidenziale nel giorno del presunto pensionamento: fino all’ultimo istante del suo mandato, l’attuale inquilino del Colle si regolerà come se fosse il primo. Sbaglierebbe chi pensasse di trasformare il «semestre bianco» in un Vietnam per il governo e per le stesse istituzioni parlamentari. È vero, dal prossimo 3 agosto Mattarella non avrà più il potere di sciogliere anticipatamente le Camere. Gli mancherà quel convincente argomento di persuasione che consiste nel mandare tutti a casa o minacciare di farlo. Ma guai a considerarlo per questo un «ex», un presidente «dimezzato». L’uomo conserva mille altri modi per farsi rispettare; chi li sottovaluta, ignora l’arsenale di super-poteri che la Costituzione assegna al capo dello Stato. Se lo scontro nella maggioranza superasse i livelli di guardia, se la frenesia propagandistica mettesse a rischio i finanziamenti Ue e la campagna vaccinale, a Mattarella non mancherebbero gli strumenti per suonare la campanella di fine ricreazione. Al limite, segnala il professor Francesco Clementi, con il gesto traumatico delle dimissioni che spezzerebbero l’incantesimo del «semestre bianco» e spalancherebbero la strada a nuove elezioni. Contro gli irresponsabili, come estremo antidoto al caos, il presidente potrebbe sfoderare l’arma finale. Ma non ce ne sarà bisogno.

LA STAMPA

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