Scuola, il pressing dei presidi: i professori devono vaccinarsi

di Gianna Fregonara

Il capo del sindacato dei presidi rilancia l’obbligo per gli insegnanti. Il Cts: per fare a meno del distanziamento serve la quasi totalità dei vaccinati. De Luca: in classe solo gli immunizzati

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Non è nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi. Ma non è escluso che se ne parli: la questione del vaccino agli insegnanti e al personale scolastico tiene banco, anche in vista dell’incontro al ministero dell’Istruzione con i sindacati per cominciare a discutere del protocollo per tornare in classe a settembre. È il capo del sindacato dei presidi,Antonello Giannelli, a rilanciare l’idea dell’obbligo della vaccinazione, parlando a RaiNews2: «Per riprendere in sicurezza e fare a meno del distanziamento, come si legge nel parere del Cts, servirebbe la totalità dei vaccinati o la quasi totalità, secondo percentuali che lo stesso Cts dovrebbe precisare. Qualora non si riuscisse in tempi molto rapidi a ottenere questa vaccinazione si dovrebbe valutare una forma di obbligo per coloro che sono a contatto con l’utenza».

Sileri e la moral suasion

Una soluzione, quella di introdurre l’obbligo, che non convince il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Sono 215 mila gli insegnanti non vaccinati: sembra un numero altissimo, mentre invece è una percentuale bassa e localizzata in alcune regioni. Credo che una moral suasion sia necessaria in quelle regioni che altrimenti avrebbero seri problemi nella didattica».

Il sindacato

Il tema dell’obbligo è per ora «controverso», per usare le parole della ministra Mariastella Gelmini e divide i partiti che sostengono il governo. I sindacati degli insegnanti evitano di entrare nel merito: «È una decisione del governo, non oggetto di trattativa — spiega Francesco Sinopoli segretario Cgil scuola — se si riterrà che serve per la salute pubblica, ci adegueremo. Non vorremmo però che la questione della vaccinazione diventasse un diversivo rispetto ai problemi che vanno risolti in vista di settembre, a partire dagli insegnanti dell’organico Covid per i quali ci sono i fondi solo fino a dicembre».

Docenti non prenotati: regioni divise

Non è neppure chiaro quanti siano i docenti che ancora non si sono prenotati. La struttura del commissario Figliuolo è ottimista sui numeri e farà il punto con le Asl il 20 agosto. Lo stesso Giannelli pensa che siano meno dei circa 200 mila che compaiono nel report del governo di venerdì scorso: «Centomila potrebbe essere un numero ragionevole». Ci sono Regioni che hanno completato la platea come la Campania e il Friuli-Venezia Giulia, il Lazio e il Molise dove mancano rispettivamente 114 e 15 persone all’appello. E poi Regioni come la Liguria, la Sicilia, la Calabria e la Sardegna dove l’immunizzazione procede troppo lentamente per arrivare in tempo per settembre. Un eventuale obbligo vaccinale, con esclusione dall’insegnamento o attivazione della Dad potrebbe ricadere su quegli studenti che i dati dell’Invalsi hanno indicato come i più bisognosi di tornare in classe per recuperare.

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