Italia-Inghilterra è la finale degli Europei 2021: la sfida della nostra «generazione Wembley»

di Paolo Tomaselli, inviato a Londra

Italia-Inghilterra è la finale degli Europei 2021: la sfida della nostra «generazione Wembley»

Locatelli, Barella e Chiesa (Fotogramma, Ipp, Afp)

C’è chi nato e cresciuto con vista su Wembley, come Raheem Sterling, che domenica sfiderà gli azzurri in casa, nel vero senso della parola, in una finale inedita e sovraccarica di aspettative, soprattutto da parte inglese. C’è chi, come Federico Chiesa e Gigio Donnarumma, in quello stadio mitico ha varcato la propria linea d’ombra, ha smesso essere di essere un ragazzo prodigio ed è diventato uno degli uomini che ha trascinato la Nazionale in finale.
Gigio con i suoi 22 anni e Fede con i suoi 23, sono i più giovani, tra i titolari azzurri, assieme Nicolò Barella (24). Ci sono anche Manuel Locatelli (23), che ha sbagliato il primo rigore ma resta una delle carte migliori della panchina e Matteo Pessina (24), altro under 25 azzurro, che a Londra è stato decisivo assieme allo stesso Chiesa nell’ottavo contro l’Austria.
Sono la Generazione Wembley o i Wembley Boys azzurri. E lo saranno comunque vada a finire questa cavalcata che nessuno vorrebbe finisse mai. Saranno loro, gli uomini forti tra sedici mesi appena, al Mondiale del Qatar per il quale l’Italia deve ovviamente ancora qualificarsi. Ma come è distante oggi quella polvere depositata sul calcio italiano dalle macerie fumanti lasciate dallo spareggio perso con la Svezia.

Merito del c.t. Mancini, che ha rilanciato alla grande la generazione di mezzo, dei Jorginho, Immobile, Insigne, Verratti, e soprattutto ha dato fiducia ai più giovani, a partire dalla convocazione-manifesto di Nicolò Zaniolo, quando ancora doveva muovere i primi passi nella Roma. Già, Zaniolo: non sarà un Wembley-boy, ma sarà l’arma in più della prossima versione di Azzurra, quella che tutti hanno imparato di nuovo a rispettare, oltre che a temere.

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Ma il futuro è adesso. E nell’arco che sovrasta l’immenso Wembley sono rimaste due frecce, quella inglese e quella italiana. E senza Spinazzola che stantuffa sulla fascia sinistra è Chiesa la Freccia Tricolore da seguire, come ha dimostrato nel contropiede contro la Spagna, chiuso con un altro arco, quel tiro a giro old-style«finalmente un gol simile a quelli di mio padre» come ha detto Fede, nella rincorsa a Enrico: «Siamo l’unica coppia padre-figlio ad aver segnato all’Europeo ed è stato bellissimo».

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