Difficile privarsi di antichi privilegi

di   Dacia Maraini

La cronaca ci rammenta tutti i giorni che le donne sono prese di mira. Ieri due ragazze straniere sono state uccise da una mietitrebbiatrice, l’altro ieri una ragazza è stata strangolata dal fidanzato, qualche giorno fa una donna è stata ammazzata a colpi di accetta dal convivente, un mese fa una bambina è stata uccisa a pugni dal patrigno, e così via.

Possiamo parlare di un clima di intimidazione contro le donne? Un clima che nasce da un sentimento condiviso di insofferenza e rivalsa contro un mondo femminile in crescita sul piano dei diritti e dei poteri? Vorrei ricordare che ogni nuova conquista significa un attentato ad antichi privilegi. A voce sono tutti pronti a esaltare i diritti delle donne, ma quando si tratta in pratica e sul serio di rinunciare ad alcuni privilegi millenari, pochi sono pronti ad accettare le restrizioni. Per quanto inventori di una bellissima invenzione umana che è la democrazia e il consenso sui diritti umani, nessuno rinuncia facilmente a un privilegio che poi è un potere. Il potere per esempio di attingere a una tradizione di predominio; il potere di dare lavoro e stabilire stipendi; il potere di considerarsi più prestigiosi ed esperti in qualsiasi professione; il potere di disporre di una persona dedita gratuitamente ai lavori casalinghi e alla cura degli anziani e dei bambini; il potere di essere brutti e vecchi senza perdere in prestigio e credibilità; il potere di trovare sempre una donna più giovane da amare e possedere; il potere di parlare un linguaggio che dà il maschile come universale e il femminile come particolare .

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