Fake news sul Covid: milioni di visite, i siti italiani, i danni che provocano, chi ci guadagna

di Domenico Affinito

La mancanza di una regia unica sulle misure nella lotta pandemia, si traducono in iniziative a livello locale che creano inevitabilmente confusioni. La decisione delle ultime settimane da parte di alcune regioni di inaugurare gli «open day» aperti a tutti, somministrando il vaccino Astrazeneca anche ai giovani nonostante fosse stato sconsigliato da Ema e ministero della Salute alle donne sotto i 60 anni, non ha fatto bene alla campagna vaccinale. Alla fine c’è scappato il morto. Sappiamo che i rischi sono infinitesimi rispetto ai benefici, ma ogni imprudenza diventa carburante per negazionisti, scettici, esitanti. NewsGuard Technologies è una società indipendente americana nata nel 2018 con l’obiettivo di distinguere i siti con notizie verificate, bollati in verde, da quelli che diffondo fake news, bollati in rosso. Oggi ha una partership con l’Organizzazione mondiale nell’ individuare la disinformazione online sul Covid 19. Sono 449 i siti nel mondo che diffondono notizie false, NGT li ha monitorati uno a uno, e di questi 274 sono negli Stati Uniti, 57 in Francia, 44 in Germania, 20 nel Regno Unito. A fine maggio quelli italiani erano 41 per un traffico totale di pagine viste di oltre 15,5 milioni, stabili da novembre 2020.

Quali fake news

Ci sono due categorie di fake news legate al Covid: quelle sulle teorie del complotto e false cure, le prime a diffondersi, e quelle sui vaccini. Nel primo caso troviamo la notizia secondo la quale il virus è stato sottratto da un laboratorio canadese da spie cinesi, che è stato brevettato da un gruppo finanziato da Bill Gates, che la pandemia è collegata alla tecnologia 5G, che si cura con l’aglio o con dosi massicce di vitamina C, e che indossare la mascherina può causare un eccesso di anidride carbonica nel sangue. Nel secondo che i vaccini modificano il Dna umano, possano causare il cancro, o infertilità.

Ci sono due categorie di fake news legate al Covid: quelle sulle teorie del complotto e false cure, le prime a diffondersi, e quelle sui vaccini.

Il fact checking

I produttori di fake news spesso partono da una notizia vera, ne prendono un pezzo e la stravolgono. Come per l’aglio: l’Organizzazione mondiale della sanità ha più volte dichiarato che «L’aglio è un alimento sano che può avere alcune proprietà antimicrobiche», ma che «non ci sono prove in relazione all’epidemia del 2020 che il consumo di aglio abbia protetto le persone dal nuovo ceppo di coronavirus». Il primo esempio di questa affermazione è stato un post del 31 gennaio 2020 di un account Twitter anonimo con sede nelle Filippine, che condivideva una ricetta che sosteneva che il virus «può essere curato da una ciotola di acqua all’aglio appena bollito». O come nel caso di Bill Gates, che non ha mai finanziato il brevetto di un coronavirus, come sostiene il complottista statunitense Jordan Sather (140.000 follower su Twitter e 218.000 abbonati al suo canale YouTube «Destroying the Illusion»). È vero, invece, che la Bill and Melinda Gates Foundation ha finanziato il Pirbright Institute, con sede nel Regno Unito, per studiare un ceppo di coronavirus che colpisce i polli.

I produttori di fake news spesso partono da una notizia vera, ne prendono un pezzo e la stravolgono.

I siti italiani

Dei 41 siti italiani segnalati, quello più letto è Laverità.info, versione digitale del quotidiano La Verità di Maurizio Belpietro, che ha più volte cavalcato l’ipotesi del complotto. Nell’ottobre 2020, ad esempio, scriveva «La verità sul virus manipolato in Cina per colpire il mondo». Il Sars-Cov 2, hanno spiegato tutti gli scienziati, non può essere stato manipolato in laboratorio, perché non ha nel suo patrimonio genetico le caratteristiche di un virus confezionato dall’uomo.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.