Arresti domiciliari per il sindaco di Opera, Antonino Nucera: mascherine tolte alle Rsa e appalti a imprenditori amici

di Cesare Giuzzi

Arresti domiciliari per il sindaco di Opera, Antonino Nucera: mascherine tolte alle Rsa e appalti a imprenditori amici

Aprile 2020: Antonino Nucera si fa fotografare mentre distribuisce mascherine

Mentre il mondo intero travolto dal Coronavirus cercava disperatamente mascherine chirurgiche, il sindaco Antonino Nucera dirottava le forniture della Protezione civile direttamente ai suoi uffici. Dispositivi di protezione che in quei giorni — marzo e aprile dello scorso anno — erano stati inviati a Opera, comune di 13 mila abitanti alle porte di Milano, per i nonnini ricoverati nella Rsa «Anni azzurri Mirasole» della frazione di Noverasco, e per la farmacia comunale per poi essere distribuiti alla popolazione. Ma che Nucera mette a disposizione di amici e parenti. Il 21 marzo, ad esempio, le distribuisce alla ex moglie preoccupata per gli anziani genitori. Mentre sette giorni dopo chiede a una dipendente comunale di metterne da parte «500» da sottrarre alle 2 mila arrivate dalla Città metropolitana di Milano per la farmacia comunale: «Facciamo così: 1.500 vendile, e 500 gli dico di portarle da noi che le teniamo lì se ci servono».

Peggio ancora accade il 9 aprile quando Nucera viene a sapere della disponibilità di 500 mascherine destinate dalla Protezione civile agli ospiti della Rsa Mirasole: «Gliene daremo 50, va bene?». Gli investigatori captano una lunga telefonata con il direttore sanitario della struttura dove il sindaco chiede «ma come sei messo a mascherine? Mi aiuti? Un po’ di mascherine per me?». La reazione del dirigente è stranita: «Ma come prima me le dai e poi me le togli?». Nucera allora spiega che “oggi mi hanno consegnato delle mascherine “tra virgolette” da consegnare a te, alla Rsa. Me ne hanno date un pò, facciamo metà e metà…». Il responsabile della Rsa, prova a fare un po’ di resistenza, poi risponde imbarazzato: «Dai tienili per te non ti preoccupare». A quel punto però prevale l’anima politica di Nucera (eletto con una coalizione di centro destra a forte spinta leghista): «No però io vengo lì che faccio tutta la scena, facciamo due foto…» . Quanto fosse importante l’aspetto della comunicazione per il sindaco lo dice anche la pagina Facebook di Nucera che in quegli stessi giorni pubblica foto in cui i volontari distribuiscono protezioni ai cittadini: «La mascherina che abbiamo consegnato è un piccolo dono, ma può essere un importante salvavita» (4 aprile 2020). Curioso, poi, l’attacco frontale al governo, con tanto di lettera al presidente Giuseppe Conte, contro «il prezzo imposto a 50 centesimi» per le mascherine parlando di «costi extra e fuori mercato che così dovranno essere sostenuti dai comuni» (28 aprile). In totale i magistrati gli contestano di aver sottratto 2.880 dispositivi di protezione individuale. Che fine facessero quelle mascherine «messe da parte nell’ufficio del sindaco», lo scopre involontariamente una dipendente comunale al telefono proprio con Nucera: «Ascolta sindaco, le mascherine quelle azzurre, ne hai rubate un po’ di quelle che dovevano andare alla Rsa?».

L’affaire mascherine vale al sindaco Antonino Nucera, 50 anni, originario di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) l’accusa di peculato nell’ordinanza firmata dal gip milanese Fabrizio Filice con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. Stessa misura per il capo dell’ufficio tecnico di Opera Rosaria Gaeta, legata sentimentalmente a Nucera e per gli imprenditori Giovanni Marino, Giuseppe Corona (Marino costruzioni srl) e Rosario Bonina (Veria srl). Perché l’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, coordinati dagli aggiunti Alessandra Dolci (Direzione distrettuale antimafia) e Maurizio Romanelli (pool anticorruzione della Procura) e dai pm Silvia Bonardi e Stefano Civardi, ruota intorno non solo alla riprovevole sottrazione di mascherine agli anziani e al personale della Rsa, ma anche a giri di appalti pilotati assegnati alle imprese amiche e all’illecito smaltimento di materiali di scarto, da qui il coinvolgimento della Dda competente per il traffico di rifiuti. In cambio il sindaco e la compagna avrebbero ottenuto la ristrutturazione «a titolo gratuito» di una casa a San Donato Milanese, di proprietà della donna, da parte delle due imprese «favorite» negli appalti. L’inchiesta inizia proprio nei giorni dell’esplosione della pandemia e parte da una segnalazione che parla di stretti rapporti tra il sindaco di Opera, la sua compagna e alcuni imprenditori ai quali andrebbero sistematicamente appalti anche con il sistema dell’affidamento diretto.

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