Sputnik V, il vaccino russo sarà prodotto in Italia: 10 milioni di dosi entro il 2021

Sarà prodotto anche in Italia a partire da giugno il vaccino russo Sputnik V .
Il Fondo russo che commercializza lo Sputnik (Rdif)ha concluso un accordo con l’azienda svizzera Adienne Pharma & Biotech, che produrrà 10 milioni di dosi del vaccino russo. «A partire da giugno-luglio nello stabilimento di Caponago, vicino a Monza», ha detto al Corriere il presidente della Adienne Antonio Di Naro. Il numero uno di Rdif, Kirill Dmitriev ha affermato che «molte regioni italiane vogliono realizzare il farmaco» e che, sempre da giugno, anche in diverse altre fabbriche potranno essere sfornate «decine di milioni di dosi».
Il processo produttivo innovativo» del vaccino russo Sputnik «aiuterà a creare nuovi posti di lavoro e permetterà all’Italia di controllare l’intero processo di produzione del preparato. Questo permetterà la produzione di 10 milioni di dosi entro la fine dell’anno» aggiunge la Camera di Commercio Italo-Russa, in una nota pubblicata sul suo sito nel quale annuncia la firma del primo accordo in Europa.

I dubbi dell’Ema, la replica dei russi

Sul vaccino russo però continuano le forti perplessità dell’Agenzia europea del farmaco (Ema). Usarlo oggi, senza che gli esperti della Ue abbiano avuto la possibilità di verificare concretamente tutti i dati, sarebbe come ricorrere «alla roulette russa», ha detto senza mezzi termini la presidentessa dell’Ema Christa Wirthumer-Hoche.
Parole che hanno suscitato la reazione indignata dell’Istituto Gamaleya di Mosca, che produce il vaccino Sputnik V: ha chiesto all’Ema (Ema) di «scusarsi pubblicamente» per le dichiarazioni di Christa Wirthumer-Hoche, che – si legge sul profilo Twitter dedicato al vaccino russo – «sollevano serie questioni su possibili interferenze politiche nell’esame in corso all’Ema». «Sputnik V è stato approvato da 46 nazioni», ricorda il profilo Twitter, «l’Ema non ha consentito dichiarazioni simili su nessun altro vaccino. Gli europei meritano una verifica imparziale come avvenuto in altri 46 Paesi – conclude il profilo – dopo aver rimandato l’esame di Sputnik V per mesi, l’Ema non ha il diritto di minare la credibilità di altre 46 autorità che hanno esaminato tutti i dati necessari».

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