È nato il governo Draghi: 23 ministri, 15 uomini e 8 donne. Più politici che tecnici, più Nord che Sud

di Alessandro Sala

Il grande giorno è arrivato, Mario Draghi ha sciolto la riserva. Alle 19, al termine di una giornata in cui l’agenda è più volte cambiata e in cui si sono susseguite voci di possibili allungamento dei tempi, si è recato al Quirinale e ha incontrato il presidente Sergio Mattarella comunicandogli la composizione del suo nuovo governo. Il giuramento è previsto per sabato alle 12. Poi mercoledì Draghi chiederà la fiducia al Parlamento: alle 10 si presenterà in Senato e successivamente alla Camera.

Incontri con Casellati, Fico e Conte

In serata Draghi ha incontrato i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico , e il premier uscente Giuseppe Conte. Il neo premier, davanti alle telecamere, si è limitato a leggere l’elenco dei nuovi ministri, senza aggiungere considerazioni e senza intrattenersi con i giornalisti per rispondere a domande. Le sue uniche parole sono quelle riportate da un gruppo di fotografi che gli hanno augurato «in bocca al lupo»: abbassando il finestrino dall’auto che si allontanava dal Quirinale, Draghi ha sorriso e ha risposto loro con il classico «Crepi il lupo!».

I nuovi ministeri

La squadra che lo affiancherà è composta da 23 ministri — 15 uomini e 8 donne — e, per ora, un solo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. Come da previsione, si tratta di un esecutivo misto, composto da figure tecniche e figure politiche. Ci sono diverse novità, come il ministero per la Transizione ecologica, affidato a Roberto Cingolani; quello alla Transizione digitale, che sarà guidato da Vittorio Colao; e quello del Turismo, materia che sarà scorporata dai Beni culturali, che andrà al leghista Massimo Garavaglia; quello per la Disabilità, affidato a Erika Stefani.

Le riconferme

Molte le riconferme, rispetto al governo Conte: Luciana Lamorgese all’Interno; Luigi Di Maio agli Esteri; Roberto Speranza alla Salute, Riccardo D’Incà ai Rapporti con il Parlamento; Lorenzo Guerini alla Difesa; Dario Franceschini alla Cultura; Elena Bonetti alle Pari opportunità e alla famiglia (Bonetti, esponente di Italia viva, si era dimessa assieme a Teresa Bellanova, non riconfermata, causando di fatto la crisi del governo Conte bis). Conferma anche per Stefano Patuanelli, che passa dallo Sviluppo economico all’Agricoltura, e di Paola Dadone, che passa alle Politiche giovanili e che dovrebbe avere la delega allo Sport.

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