L’Ue rivedrà il Pil pre-Covid nel 2021, l’Italia neanche nel 2022

L’economia dell’area dell’euro crescerà del 3,8% quest’anno e anche l’anno prossimo, più o meno come il pil di tutta l’Unione Europea (+3,7% nel 2021 e +3,9% nel 2022). Rispetto alle stime presentate lo scorso novembre, migliorano le previsioni economiche della Commissione Europea per un continente ancora nella stretta della pandemia. È l’effetto del traino della Germania che si riprende più in fretta, anche per la decisione del governo di “annullare il taglio dell’Iva e introdurre nuove tasse sull’energia”, e dovrebbe tornare ai livelli pre-crisi per la fine del 2021. Ma in Italia la ripresa non arriverà nemmeno per la fine del 2022, scrive la Commissione che però in questo report con conteggia gli eventuali effetti positivi del recovery plan ancora ‘in costruzione’. In generale, in tutta l’Ue l’incertezza resta alta: legata all’andamento della campagna vaccinale e alla concretizzazione del piano anti-crisi ‘Next Generation Eu’.

L’Italia è in compagnia della Spagna e altri paesi (uno su quattro tra i 27 arranca) nella rincorsa ad una ripresa che potrebbe non arrivare nemmeno per la fine del 2022, scrive la Commissione Ue. Invece, gli altri paesi dell’Unione raggiungeranno i livelli di produzione pre-crisi già alla fine del 2021, in testa la Germania, dove il Pil ha perso ‘solo’ il 5 per cento nel 2020 e dovrebbe crescere del 3,2 per cento quest’anno e del 3,1 per cento l’anno prossimo.

Il Pil in Italia, contratto dell’8,8 per cento dalla pandemia nel 2020, crescerà del 3,4 per cento quest’anno e 3,5 per cento l’anno prossimo. “Il Pil reale – si legge nel report della Commissione – non dovrebbe tornare al livello del 2019 entro la fine del 2022”. Ma, si precisa, “l’impatto sulla crescita derivante dalle misure politiche relative al ‘Next Generation Eu’ non sono ancora incluse in questa previsione e costituiscono quindi un notevole rischio al rialzo per le prospettive di crescita”.

“I contagi in aumento e gli alti livelli di ospedalizzazione hanno richiesto al governo di re-imporre le restrizioni alla mobilità e alle attività economiche, il che implica una contrazione della produzione in autunno che probabilmente continuerà nel primo trimestre di 2021 – si legge nel report della Commissione – Tuttavia, rispetto alla primavera del 2020, le ultime misure di contenimento incidono direttamente su una fetta minore di attività economiche”. Per esempio, i settori “industriale ed edile hanno continuato a operare senza restrizioni”. Ma non è così per il turismo, settore fondamentale dell’economia italiana, “particolarmente colpito dalla pandemia”, che resterà indietro: “Si prevede che i visitatori, soprattutto dall’estero, torneranno solo gradualmente con il diminuire dell’incertezza”.

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