Una splendida partita di rubamazzetto

La tattica quotidiana del piccolissimo cabotaggio scandisce i tempi di una crisi esoterica e infinita, il colpo di genio di Conte, per esempio, è di scendere dal Quirinale atteso da una diretta Facebook (cinque minuti di inquadratura sul nulla e poi diretta cancellata) per sostituirla con la passeggiata stessa, intriso della disinvoltura dei giusti mentre il popolo romano esce dalle botteghe per stringergli la mano, elogiarlo, ringraziarlo, consegnargli la patente del santo protettore dei palazzi, in una strategia della clip di Rocco Casalino persuaso che lo sketch sposterà un passo più in là non il ridicolo, ma la sopravvivenza.

E Renzi? Ah, Renzi, a te ti aveva già inquadrato Esopo millenni fa. La Task force fa schifo? Va bene, via la Task force. Il piano per il Next generation fa schifo? Va bene, cambiamo il piano. Il premier non si può tenere la delega ai servizi segreti? Va bene, parliamone. Serve un rimpasto? Facciamo il rimpasto. E però non basta, non basta mai perché Conte gli intorbida l’acqua del fiume, anche se sta a valle, e cioè, dice Renzi in una conferenza stampa da farci una serie Netflix, Conte non va bene perché è un pericolo per la democrazia. Bum. Visto il trattamento riservato alla democrazia negli ultimi tempi, anche da Renzi che si riscriveva la Costituzione (al referendum ho votato sì, rivoterei sì) con canguri e cammelli e non so quale vasto bestiario da regolamento parlamentare, pur di scansarsi lo scomodo dell’opposizione, ecco, visti i presupposti, Renzi poteva dire perché Conte è brutto, perché è pugliese, perché indossa pessime cravatte, e allora anche perché è antidemocratico, ha lo stesso peso.

Però se diciamo che la crisi è un po’ bagonga, è incomprensibile, è un esercizio egolatrico e psichedelico davanti a ottantamila morti di Covid e allo sfacelo dei conti pubblici, siamo dei somari. Renzi pretendeva rispetto, nella conferenza stampa di ieri, infine sottoscritte le dimissioni delle sue ministre, e lui in effetti a rubamazzetto è un fuoriclasse, se devo scommettere dieci euro li scommetto su di lui, sulla testa di Conte che è l’unica cosa che gli interessa, e rotolerà, il resto è contorno, come ha scritto qui l’impeccabile Roberto Arditti. Se ne farà una ragione il Pd. Se ne farà una ragione pure Di Maio. Ma demolition man è la definizione che oggi il Financial Times ha dato di Renzi, e la crisi peggiore nel momento peggiore è il giudizio pronunciato dagli schermi della Cnbc. Va bene, non è che avessimo chissà quale reputazione da difendere, teniamoci pure questa figura da stracciaioli. Mi consolo pensando che, dopo aver fatto fuori il Sovranista da spiaggia (provvisoriamente), magari a Renzi riesce pure il capolavoro di far fuori il premier dei populisti, e in un anno e mezzo sarebbe una doppietta da ovazione. Gran bella partita di rubamazzetto. La politica la faremo un’altra volta.

L’HUFFPOST

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