Un governo agli sgoccioli tra manovre senza rete

È indubbio che si tratti di manovre lontane dall’attenzione e dagli interessi reali dell’opinione pubblica. Ma Iv è forte in Parlamento, con numeri ridotti e decisivi per la sopravvivenza dell’esecutivo. E dunque è lì che vuole far pesare il potere di interdizione e trattare, sfruttando al massimo una posizione di rendita. Su quello che succederà in caso di apertura della crisi, tuttavia, è ancora buio pesto. L’insistenza di alcuni esponenti di Pd e Cinque Stelle sulla necessità di scongiurare crisi e elezioni addita un pericolo estremo ma meno avvertito di quanto si dica. In realtà, nelle ultime settimane si è delineato un accordo tacito tra maggioranza e opposizione tendente a escludere un ritorno alle urne durante l’attuale legislatura. Rimane da vedere se questo preluda a un cambio di schema che porti a nuove maggioranza, coinvolgendo in qualche maniera il centrodestra. Sono solo ipotesi, che però sottolineano quanto rimanga incerta la traiettoria di una crisi. Rimangono sullo sfondo, come approdo di un’implosione della coalizione. Per ora continua a essere indicata come più probabile la nascita di un terzo governo Conte: un esecutivo con un premier ridimensionato e costretto a fare i conti con i partiti alleati nella gestione dei fondi europei. Ma non è detto che la soluzione più semplice si dimostrerà quella praticabile. Da oggi comincia una partita inedita e, almeno in apparenza, senza rete.

CORRIERE.IT

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