Covid, dottoressa positiva dopo il vaccino: «Lo rifarei e farò il richiamo». Perché succede e perché non c’è da preoccuparsi

Ventotto giorni per essere sicuri

In merito alla notizia di alcuni giorni fa dell’infermiera spagnola risultata positiva al coronavirus (poi si è scoperto che non aveva ricevuto il vaccino), Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ha detto: «Il vaccino Pfizer, l’unico distribuito al momento in Europa, ha bisogno per essere efficace di due dosi: la prima e poi un richiamo dopo 21 giorni». Nemmeno dopo la dose di richiamo ci si può considerare protetti: «Servono altri 7 giorni affinché l’organismo sviluppi gli anticorpi. Insomma, dal giorno della prima dose ne devono passare 28 per essere ragionevolmente tranquilli».

Il vaccino ci difende dall’infezione?

Ma c’è anche un’altra questione su cui regna l’incertezza: il vaccino protegge dalla manifestazione clinica della malattia o dall’infezione? «Ancora non lo sappiamo, lo scopriremo presto visto che ormai le vaccinazioni sono partite. Per questo — sottolinea Garattini — la raccomandazione è quella di mantenere le misure prudenziali, a partire dalle mascherine, anche una volta vaccinati. Perché sappiamo che il vaccino nel 90-95% dei casi protegge dallo sviluppare i sintomi della malattia, che è la cosa più importante, ma non si esclude che ci si possa comunque infettare, seppure con una carica virale bassissima. Servirà un numero di persone vaccinate sufficiente, e un lasso di tempo congruo, per scoprilo».

CORRIERE.IT

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