Il governo supera la prova, ma arranca ancora sulle scelte per la ripresa

di Antonio Polito

Ci sono momenti che dicono più delle parole. Per esempio quando Giuseppe Conte ha finito il suo intervento ieri mattina a Montecitorio senza che un vero e convinto applauso si levasse dall’aula. Il logorio della seconda ondata scava inevitabilmente un solco tra il governo e l’opinione pubblica; ma anche tra il governo e la sua base parlamentare. La «guerra santa» dei Cinquestelle al Mes si è fermata prima di sparare il colpo che avrebbe potuto far cadere il governo, e con esso il Parlamento. La conservazione dello status quo è diventata la forza maggiore della legislatura. Però il premier non è uscito rafforzato dalla giornata di ieri. La sua maggioranza non si è allargata, non ha conquistato consensi nemmeno sul terreno dell’europeismo, che pure avrebbe potuto portare sostegni trasversali. Né si è ricompattata al suo interno, perché la fronda nel M5S ha lasciato un segno, e in più nel governo si è accesa quella di Renzi contro la «cabina di regia» che dovrebbe gestire i 209 miliardi del piano europeo. E infatti i voti favorevoli a Conte si sono fermati sia alla Camera sia al Senato sotto la soglia della maggioranza assoluta. Difficilmente oggi a Bruxelles il premier potrà vantare la saldezza e la stabilità che l’Europa si aspetta dall’Italia, e che è la vera missione del suo governo di qui in poi. Se i nostri partner si prenderanno poi la briga di leggere per intero la mozione di maggioranza approvata ieri, e che avrebbe potuto agevolmente essere titolata «Brevi cenni sull’universo», difficilmente troveranno nelle quattromila e cinquecento parole che la compongono una parola chiara e definitiva sulle questioni davvero sul tappeto: in Italia la lunghezza dei testi è direttamente proporzionale alla loro vaghezza. Si dirà: è politica. Ed è vero. Alla fine conta solo il risultato, e il governo è ancora in piedi. Ma è sul terreno, nel Paese reale, che deve dimostrare la sua forza. E anche lì soffre. La «discesa» annunciata dei contagi è così lenta che dura da settimane senza mai toccare il punto di svolta che tutti aspettiamo.

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