Scuola in Dad, nel Teramano gli studenti si alternano per stare in classe con la compagna down

La didattica a distanza, già sperimentata nel secondo quadrimestre dello scorso anno scolastico, le aveva annullato tutti i progressi conquistati in classe e le aveva portato apatia e depressione. A poco erano serviti gli educatori direttamente a casa a supportarla durante le lezioni davanti allo schermo del pc. Così quando alle superiori è ripartita la Dad, una studentessa 15enne del liceo Saffo di Roseto degli Abruzzi (Teramo), affetta da sindrome di down, è ripiombata in un incubo che con la famiglia pensava di essersi messa alle spalle. Ma con l’aiuto degli insegnanti e del dirigente, l’allieva è sì potuta tornare a seguire le lezioni in aula, come la normativa prevede, non da sola, però. A turno, infatti, cinque compagni si sono offerti di stare in classe con lei, come racconta Il Messaggero.

“La volta scorsa, la dad per mia figlia era stata distruttiva – ha riferito la mamma della 15enne a Il Messaggero. – Si era chiusa in stessa, non parlava più, annullati tutti i progressi che aveva fatto in tanti anni, rischiava la depressione, così ho dovuto organizzare a casa una didattica in presenza con assistente educativo ed educatrice privata che l’aiutavano a svolgere il lavoro”.

Il rientro in classe a settembre è durato poco: dopo un mese di nuovo dad. “Mi sono opposta fin dal primo giorno, – ha continuato la madre, che, come scrive il quotidiano, con l’ aiuto della docente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno, si è studiata norme, cavilli, disposizione del Ministero dell’Istruzione sugli alunni disabili e il loro diritto allo studio e all’inclusione.

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