Paese impreparato alla seconda ondata. Ma nessuno cerca errori e colpevoli

Augusto Minzolini

Leggi su Repubblica, che non è certo un giornale d’opposizione, che a Napoli nei reparti Covid siamo al «sold out» e la situazione è grave: nelle terapie sub-intensive, cioè l’anticamera dell’ultima trincea, i numeri cominciano ad essere davvero problematici; per le terapie intensive un pochino meglio, ma adesso, che siamo appena agli inizi della seconda ondata, sono rimasti liberi meno della metà dei posti.

E ieri il governatore Vincenzo De Luca, il nuovo Savonarola partenopeo ha minacciato il lockdown: «Siamo a 700 contagi al giorno, se si arriva a 800 si chiude tutto». A Roma, invece, i responsabili della Asl 1 hanno comunicato a più di una clinica privata che per l’ospedalizzazione dei malati di Covid dovranno sbrigarsela da soli, perché le strutture pubbliche cominciano ad essere nei guai.

Solo che, appunto, siamo alle prime battute della nuova battaglia che, secondo copione come già avvenuto a febbraio, marzo, aprile, nei prossimi mesi, se non arriverà il vaccino, rischia di diventare più cruenta: con una progressione letale ieri abbiamo varcato la soglia dei 5mila contagi (per la precisione 5.372) e, insieme, sono aumentati il numero dei morti e dei malati in terapia intensiva; già nella giornata dell’altro ieri avevamo superato la Germania nel conteggio quotidiano; i dati, poi, dicono che in proporzione abbiamo ancora più morti della Francia e solo da pochi giorni possiamo dire, senza incorrere in errore, che, in rapporto alla popolazione, abbiamo patito meno decessi degli Stati Uniti, cioè l’America della folkloristica, per usare un eufemismo, gestione Trump.

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