Covid, a Berlino torna il coprifuoco dopo 70 anni: locali chiusi dalle 23

Allarme inascoltato

L’allarme sui rischi della situazione nella capitale era stato più volte lanciato nelle settimane scorse, di fronte all’ondata di party privati, rave improvvisati nella metropolitana e nei parchi, continui assembramenti fuori dai locali, che aveva scandito i mesi estivi dopo le riaperture di giugno: «C’è una ragione precisa perché i numeri della pandemia tornano a salire nel centro di Berlino – aveva ammonito Der Tagesspiegel, il principale quotidiano locale –: le regole vengono violate in massa, specialmente nelle ore notturne nei bar, nei pub e nei parchi. Dal consenso quasi unanime per il lock down in aprile, si è passati a un totale laissez-faire dove ognuno fa delle regole ciò che vuole». Il governo rosso-rosso-verde di Berlino è sotto accusa per aver lasciato che la situazione precipitasse: in effetti Verdi e Linke, che fanno parte della coalizione di maggioranza, hanno bloccato ogni misura restrittiva e il borgomastro socialdemocratico Michael Mueller non è andato oltre qualche sporadico avvertimento.

«Marziani» con la mascherina

Due settimane fa perfino Angela Merkel aveva espresso la sua preoccupazione: «A Berlino succederà qualcosa», avrebbe detto la cancelliera in una conversazione riservata, poi riportata sui media e mai smentita. Rompendo un costume che raramente vede il leader di un Land commentare quanto succede in un altro, martedì il premier bavarese Markus Soeder ha detto che la «situazione nella capitale rischia di diventare incontrollabile». Mentre il ministro federale della Sanità, Jens Spahn, si è lamentato che la distanza sociale non venga rispettata nei locali pubblici berlinesi, aggiungendo che lui si sente «un marziano» quando indossa la mascherina in un ristorante della capitale. Il coprifuoco dalle 23 alle 6 viene però criticato da molti proprietari di locali, secondo i quali la misura rischia di essere controproducente perché spingerà le persone a riunirsi di più nelle case. «Bere e festeggiare a casa è molto più pericoloso, almeno da noi possiamo ricordargli di indossare una mascherina», dice Carsten Zoltan, proprietario di The Hotel, un popolare bar di Kreuzberg.

CORRIERE.IT

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