Coronavirus nel mondo: Gran Bretagna, Johnson annuncia l’intervento di esercito e polizia

Il governo di Boris Johnson “si riserva il potere di prendere misure” più severe se la popolazione britannica non rispetterà le restrizioni rafforzate di fronte al rimbalzo dei contagi da coronavirus. Lo ha detto lo stesso premier Tory in un messaggio televisivo alla nazione in cui ha richiamato “il buonsenso” dei suoi connazionali e ricordato di essere “riluttante” a intervenire sulle libertà individuali, ma di ritenere ora necessario agire per evitare conseguenze più gravi. Ha quindi confermato che le misure sono vincolanti, con più controlli di polizia e multe più salate, e che il governo è pronto “se necessario” a usare l’esercito in compiti di backup per consentire agli agenti di concentrarsi di più nella sorveglianza sulle misure anti-Covid. Boris Johnson ha indicato la pandemia attuale come “la crisi più grave che il mondo si trova a dover affrontare in tutta la mia vita”. Mentre ha parlato di speranze dalle ricerche su un vaccino, aggiungendo tuttavia che “non ci siamo ancora”. Nelle ultime 24 ore sono stati accertati quasi 5.000 nuovi contagi (dato più alto dal 7 maggio) e 37 decessi (il numero più alto dal 14 luglio). Misure analoghe a quelle annunciate dal premier Tory britannico per l’Inghilterra, pur con qualche differenza comunque inferiore rispetto ai mesi scorsi, sono state intanto annunciate contemporaneamente per la Scozia e per il Galles dai capi dei governi locali di Edimburgo e di Cardiff, l’indipendentista Nicola Sturgeon e il laburista Mark Drakeford: competenti in materia nei rispettivi territori in forza della devolution accordata alle nazioni del Regno.

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