Coronavirus. Si torna a scuola, ma il medico è assente

VERONICA PASSERI

C’era una volta il medico scolastico: una figura che, in tempi di Covid-19, i presidi italiani, rappresentati dall’Anp, hanno richiesto da settimane. “Servirebbe” e “non è detto vada previsto in ogni scuola ma – spiega il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli – potrebbe essere inserito per un gruppo di plessi scolastici, una figura, scomparsa una volta terminata l’emergenza delle grandi malattie, che si potrebbe ripristinare anche temporaneamente”.

Insomma, un professionista che conosca il quadro epidemiologico delle scuole che segue, così come il vecchio medico scolastico si occupava di controllare le vaccinazioni e testare, attraverso verifiche costanti, l’esistenza o meno di infezioni nella comunità scolastica. Su questo fronte, però, non è stata presa una decisione, ma di certo ogni scuola avrà da quest’anno un referente Covid.

Si tratta di una figura nuova, interna all’istituto – può essere lo stesso preside, un docente o anche personale Ata –, che non avrà competenze di tipo medico o paramedico ma di tipo comunicativo e rappresenterà l’anello di congiungimento tra la scuola e l’Asl competente.

Cosa farà? Dovrà promuovere azioni di informazione al personale e alle famiglie, ricevere segnalazioni nel caso in cui risultassero contatti stretti con un caso di Covid e trasmetterle alla Asl di zona, concertare una sorveglianza degli alunni con fragilità, dalle disabilità alle malattie croniche. L’Anp ha messo a punto un vademecum.

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