Telefonia e internet, attenti ai rincari post vacanze: ecco le tariffe e come difendersi

Tim

Dal primo ottobre è la volta di alcuni utenti Tim di rete fissa, con rincari da 1,90 euro a 2 euro al mese. In particolare, Tutto Voce, Tutto Voce con Sconto Fedeltà, Tutto Voce con Sconto Special e Voce senza limiti saliranno di 1,90 euro al mese. Per Tutto Voce Superspecial e Linea ISDN, l’aumento sarà invece di 2 euro al mese.Attenzione, rincarano anche servizi accessori. “Chi è”, che ci dice sul display del telefono il numero di chi sta chiamando, passa da 3 a 4 euro al mese.

Vari gli aumenti per i servizi “Avvisi di chiamata”, “Conversazione a tre” e “Trasferimento di chiamata”. Controlliamo gli sms mandati dagli operatori e gli avvisi in bolletta per capire se (e quanto) siamo stati impattati.Altri rincari per quei pochi (soprattutto anziani) che hanno un telefono a noleggio: quello delle prese a spina aumenta di 49 centesimi, l’affitto dei telefoni di 1,16 euro al mese, mentre il modem di 1,62 euro al mese. Saranno penalizzati anche gli anziani per un altro rincaro: per l’invio della bolletta cartacea a casa pagheranno 50 centesimi in più al mese.

Meglio chiedere l’invio via mail, anche per l’ambiente; ma gli utenti meno esperti non lo fanno.Le modalità di disdetta: chiamare il 187, inviare una lettera o una pec. Inviare la richiesta tramite Area Clienti MyTim. Fare la disdetta tramite un negozio TIM.

E Vodafone?

All’appello quest’anno manca Vodafone, ma non è un caso. L’operatore infatti si è impegnato con Agcom a fissare la regola che per sei mesi, dalla stipula dell’offerta, non farà aumenti all’utente. Agcom sta valutando la proposta, che l’operatore ha messo sul piatto della bilancia per evitare le sanzioni connessi al fattaccio delle “sim silenti”.

Così le cronache hanno battezzato la sua mossa, l’anno scorso, di cominciare ad addebitare un canone minimo per sim dati che fino a quel momento erano tutte a consumo e a volte anche dimenticate dagli utenti in un cassetto. Fatto sta che mentre Agcom valuta la proposta, Vodafone si sta astenendo da qualsiasi rimodulazione.

La morte delle tariffe tutte a consumo

Anche Tim, come Wind 3, quest’anno ha migrato a forza utenti mobili con tariffe a consumo a tariffe che prevedono una tariffa con un costo fisso minimo; dando però la possibilità di chiedere il ritorno a una tariffa base tutta a consumo (“Tim Facile”).

In particolare gli anziani e utenti senza smartphone, che usano il cellulare quasi solo per ricevere chiamate, preferiscono queste tariffe, ma gli operatori hanno bisogno di aumentare i ricavi – da anni per loro in picchiata – convertendo queste tariffe a una formula con un fisso minimo per loro garantito.

La questione, dubbia, è se si tratti di una pratica lecita. Agcom ha qualche dubbio a proposito e sta indagando. Potrebbe infatti applicarsi un suo principio, sostenuto anche da una sentenza del Consiglio di Stato, secondo cui l’operatore può fare una modifica contrattuale solo se non aggiunge servizi nuovi o muta la natura del contratto. Trasformare tariffe tutte a consumo in tariffe con un canone minimo potrebbe rientrare in questa fattispecie. Vedremo in autunno se l’Autorità interverrà a proposito.Che fare se si è “rimodulati”.

Pro e contro

Ricordiamo che perlomeno l’utente ha sempre la possibilità di disdire gratis in caso di rimodulazione. Può disdire ora con facilità (anche via call center normale o varie modalità online, in base a nuove regole, senza più dover fare una raccomandata), dove però deve specificare che se ne va rifiutando le modifiche contrattuali. In questo modo ha diritto alla disdetta gratuita (e se ha apparati inclusi o altri costi rateizzati può continuare a pagarli mensilmente).

Può fare la portabilità del numero verso chi offre una tariffa particolarmente economica per lascia quello specifico operatore. Al solito gli sconti maggiori ci sono per chi abbandona Iliad o un virtuale, ma a volta ne arrivano anche per gli utenti Wind, Tim e Vodafone. È sempre possibile passare a un virtuale o a Iliad e poi tornare dal proprio operatore, subendo però un costo iniziale per le due attivazioni e/o sim. In questo caso, bisognerà evitare che l’offerta di transito sia vincolata temporalmente.Ci può essere un vantaggio anche a restare con il proprio operatore (subendo quindi i rincari), in particolare se ci si trova bene (quanto a copertura, velocità) e se si apprezzano gli omaggi offerti.

Restano alcuni svantaggi se si è “rimodulati”, beninteso. Intanto bisogna essere vigili abbastanza per accorgersi delle comunicazioni (più difficile ad agosto, come detto) e poi perdere tempo per le pratiche di cambio operatore. Pratiche che comunque hanno un costo: per l’acquisto di una nuova sim e per l’eventuale costo di attivazione, ad esempio. Su rete fissa inoltre la disdetta può comportare alcuni costi comunque.

Sì, deve essere “gratuita”, dicono le norme, per chi è stato rimodulato. Ma le rate residue per modem e attivazione dobbiamo comunque pagarle anche dopo la disdetta. E ora molti operatori fanno così: inglobano queste rate all’interno del canone mensile, così cominciano a farle pagare solo dopo la disdetta, se l’utente la fa prima di 24 o 48 mesi. In queste condizioni – che l’Antitrust in un recente parere al Governo ha segnalato come pericolose per la concorrenza – l’utente è comunque penalizzato per aver disdetto. Anche se l’ha fatto in seguito a una rimodulazione.

ILSOLE24ORE

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