Viviana Parisi era in cura con psicofarmaci. L’autopsia e il mistero del soccorritore

Due persone, probabilmente padre e figlio, avrebbero visto la donna scavalcare il guard rail dell’autostrada con il bambino in braccio. Si erano fermati in una piazzola vicina al luogo dell’incidente provocato da Viviana sotto una galleria della Messina-Palermo, a un centinaio di chilometri da casa. L’hanno detto ai pochi presenti e poi se ne sono andati, senza più farsi sentire. Cinque giorni dopo, nella boscaglia vicino alla galleria, è stato trovato il corpo sfigurato e irriconoscibile di Viviana. Sul quale ieri hanno a lungo lavorato i consulenti nominati dalla Procura, i medici legali Elvira Ventura e Daniela Sapienza, e l’entomologo Stefano Vanin, docente di Zoologia all’università di Genova, già consulente per vari gialli italiani, Yara Gambirasio, Melania Rea, Elisa Claps.

«Emerse lesioni»

Vanin partirà dalla vita degli insetti presenti nel luogo di ritrovamento del corpo, dove ieri ha raccolto terriccio, per stabilire la data presunta della morte: «La colonizzazione ci può raccontare il tempo trascorso». Con loro c’era il medico legale Giuseppina Certo voluto dalla famiglia Mondello. Il terzetto avrà due mesi di tempo per rispondere alle domande di rito: quando e come è morta Viviana? «Non si può dire nulla — ha spiegato Ventura al termine dell’autopsia —. Sono emerse lesioni, anche fratture, che devono essere studiate nell’insieme per capire se sono pre o post mortem». Tutto sospeso, dunque, in attesa delle indagini tossicologiche, istologiche e genetiche. Chiuso nel suo dolore, Daniele, il marito. «Che non è indagato e non era in casa quando Viviana è partita con suo figlio», hanno precisato i legali. Sta malissimo, dicono, potrebbe aver perso insieme la moglie e il figlio che amava, tutto il suo mondo.

CORRIERE.IT

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