Napoli, inchiesta Covid Hospital e gestione dell’emergenza, le mail delle aziende a Soresa: “Siamo d’accordo con Cascone”



La gara è stata perfezionata dalla Soresa in regime di somma urgenza come previsto dalla legge, ma anche su quanto accaduto dopo sono in corso indagini. Uno dei filoni riguarda i collaudi. A fine giugno, Med aveva diffidato le Asl dall’utilizzo delle strutture perché non ancora sottoposte alla verifica di conformità. Adesso la situazione sembra essersi sbloccata, le parti hanno individuato una metodologia per procedere alle verifiche. Ma i pm vogliono capire perché le opere non siano state collaudate prima. Stesso discorso per il ritardo contestato da Soresa a Med nella fornitura dei ventilatori polmonari, circostanza che l’azienda attribuisce a «cause di forza maggiore» collegate alle difficoltà di approvvigionamento internazionali e che si è risolta tra maggio e la fine di giugno, con la consegna di tutti i 120 ventilatori richiesti. Il versante delle forniture chiama in causa, in un diverso capitolo, il ruolo di un altro indagato, il consigliere regionale Luca Cascone, molto vicino al governatore De Luca, che durante l’emergenza, pur non facendo parte dell’unità di crisi, mise in contatto la Soresa con aziende private per l’approvvigionamento di mascherine e altre attrezzature. «Come da conversazione telefonica con il dottor Cascone»; «Come concordato con il dottor Cascone»; «Come da accordi con il dottor Cascone», si legge nelle mail ora all’esame dei magistrati.

Assistito dall’avvocato Cecchino Cacciatore, il consigliere regionale replica di aver voluto solo dare un contributo in un momento drammatico. Negli atti dei pm, i 5 esposti presentati dal presidente di Campo Sud Marcello Taglialatela e i reportage di Fanpage. L’opposizione, 5 Stelle in testa, attacca De Luca, che risponde: «Abbiamo evitato un’ecatombe, dando prova di corretta attività amministrativa e di ordine».

REP.IT

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