Sindacati, dati shock sul lavoro: «A rischio fino a 850mila posti»
L’estate delle vacanze che durano un week-end ha fatto sparire quei cartelli fosforescenti, scritti a mano, del cercasi barista, commessa, cameriere che negozi, bar e alberghi appendevano a inizio stagione. Se li ricorderanno i ragazzi e i meno ragazzi che tra maggio e giugno battevano la costa della riviera romagnola (per fare un esempio) per trovare un lavoro stagionale. Nelle attività dove la ricerca del personale è fai da te, quest’estate tutto è limitato all’essenziale.
Abbonda, invece, la richiesta di flessibilità. Il turismo è il settore dove il crollo delle presenze e dei fatturati sta determinando lo scenario peggiore. Con ripercussioni drammatiche sul mercato del lavoro. Il segretario generale della Fisascat Cisl, Davide Guarini, al tavolo con i ministri del Lavoro, Nunzia Catalfo, e di Beni e Attività culturali e Turismo, Dario Franceschini, ha spiegato che «se tutto dovesse andare per il meglio nel 2020 verrà riattivato solo il 50% dei contratti stagionali». «È evidente che l’assistenzialismo non è sufficiente, sono urgenti investimenti pubblici e privati per accompagnare lo sviluppo turistico del paese e la riqualificazione delle infrastrutture, preservando l’occupazione», spiega Guarini.
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